Home >>> The Strand Magazine >>> Strand dicembre 2000 >>> Sherlock Holmes era francese
 

Sherlock Holmes era francese

di Thierry Saint-Joanis
(president of the Société Sherlock Holmes de France "Les Quincailliers de la Franco-Midland", BSI as Monsieur Bertillon).

Il lavoro della Société Sherlock Holmes de France consiste nel ricercare connessioni tra la Francia e Holmes. Ce ne sono parecchie: permettetemi di mostrarvi tre ragioni per pensare che Sherlock Holmes fosse francese.

1 — Il nome Sherlock era francese e ben conosciuto in Francia un secolo prima che in Inghilterra. Durante la rivoluzione francese un uomo di nome Sherlock fu un famoso membro del Consiglio dei Cinquecento, l'assemblea nazionale. Abbiamo ritrovato un manifesto elettorale in cui Monsieur Sherlock ringrazia il popolo del dipartimento di Vaucluse dopo la sua elezione all'assemblea. Pochi anni dopo il nostro Sherlock scrisse una lettera al Generale Bonaparte in cui gli raccontava la storia della sua famiglia: la famiglia Sherlock veniva dall'Irlanda. Si componeva di tre parti: la prima era rimasta in Irlanda, la seconda si era spostata in Spagna, e di essa faceva parte Don Juan Sherlock, colonnello del Reggimento Hibernia col titolo di grande di Spagna. La terza parte della famiglia si era recata in Francia e il nostro generale Sherlock ne era il membro più eminente. A tutt'oggi nella nostra associazione abbiamo tre membri che sono i diretti discendenti del generale.

2 — E ora esaminiamo la figura del detective. Nel 1871 uscì un libro di grande successo in Francia , il cui autore era Henry Cauvain (un ispettore delle tasse di Annecy), intitolato "Maximilien Heller". Il suo eroe che salta fuori essere un detective dillettante, vive in un appartamento incredibilmente disordinato. E' alto, magro e pallido, usa oppio, ci viene descritto sedere in una poltrona da mani a sera a fissare il soffitto , scrive innumerevoli monologhi su oscuri e complicati soggetti, è un esperto di travestimento e possiede una mira straordinariamente buona. Oh, e la sua avventura è relazionata dettagliatamente dal suo buon e leale amico, che guarda caso è un dottore. E' possibile che Holmes e Heller fossero la stessa persona e che Cauvain fosse in realtà l'Agente letterario francese di Holmes e che il romanzo del 1871 fosse in realtà il primo caso di Holmes che, naturalmente, si svolse in Francia (1)?

3 — Infine il "coup de grace"! Sherlock Holmes era un'intenditore di vini, parlava un francese fluente e privo d'accenti, e gli fu conferita la Legion d'Honneur. Poi c'è la sua spiccata somiglianza col pittore francese . Potrebbe essere? Sherlock Holmes un Francese! Bene, forse non del tutto. Ma certamente il più famoso investigatore del mondo non era un Inglese. Non era neanche Anglo-francese. Forse Franco-britannico, volendo star prudenti. Nel caso dei 3 Garrideb egli rifiuta il Cavalierato : e in quello dei Golden Pince-Nez, accetta la Legion d'Onore. Quale autentico inglese, vi chiedo, avrebbe fatto una cosa del genere?

Come in ogni buon romanzo giallo gli indizi sono di fronte a voi. Come lo stesso maestro disse: "Quando si elimini l'impossibile quel che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità". Osservazione e deduzione, mon cher Watson, osservazione e deduzione.

Il più ovvio indizio delle origine Galliche del detective- che naturalmente spiegano il cervello gallico e il talento gallico — emerge nell'Interprete Greco, quando Holmes in persona spiega al fedele Watson che sua nonna era " la sorella di Vernet, il pittore francese". Sin qui, tutto bene. Nato a Parigi nel 1789, morto sempre a Parigi nel 1863, Horace Vernet divenne famoso sopratutto per le sue scene di battaglie: un sacco di musei francesi possiedono esempi del suo lavoro. Anche la rassomiglianza fisica tra i due è significativa . Ma i 60 casi di Watson ci mostrano anche che il leggendario segugio parlava un francese fluente e senza accenti. A Montpellier, nel 1902, durante il caso della scomparsa di lady Carfax, balza fuori da un caffè travestito da operaio francese e salva Watson da un pestaggio. Come avrebbe potuto Holmes dare un'impressione convincente di essere un operaio francese se non avesse parlato almeno parzialmente francese? E perchè, quanto a questo, avrebbe dovuto in tutte le sue avventure condire la sua conversazione con frasi in francese anche quando parlava inglese?

Il grande detective aveva un evidente, profondo attaccamento per il paese di sua nonna. Per Parigi, ad esempio, dove lasciò il bagaglio alla gare du Nord (Il Problema Finale) e arrestò l'anarchico Huret (The Golden Pince-Nez); ma anche Lione, dove Holmes soggiornò all'Hotel Dulong nel 1887 (The Reigate Squire); e per Grenoble, dove si fece scolpire un busto da un certo Oscar Meunier nel 1894 (The Empty House). E poi Holmes era stranamente familiare all'arte , alla cultura e la scienza francesi. Bevve, in varie occasioni Bordeaux, Beaune, Montrachet. Gli piaceva particolarmente Offenbach, e nel caso della Lega dei capelli rossi citò una volta Flaubert.

E' evidente come il naso sulla vostra faccia. Guardate al carattere dei due uomini: Holmes è un disordinato, emotivo, sempre per aria, pieno di difetti, ma per noi francesi il suo ragionamento è tipicamente cartesiano. Watson è cordiale, allegro, leale, un pò lento alle volte ma terribilmente rispettabile — britannico fino al midollo. Cosa ancor più importante, Holmes ammirava il lavoro della polizia francese : due volte, nel Cane dei Baskerville e nel Trattato Navale , menziona il famoso detective Alphonse Bertillon, un pioniere della polizia scientifica. La stima era contraccambiata. Nel Segno dei Quattro il detective François le Villard rivela di aver tradotto i saggi scientifici di Holmes. Ciò significa che già dal 1877 la polizia francese aveva accesso a quelle indispensabili opere Holmesiane che sono Sulla discriminazione tra i vari generi di tabacchi, Sulla datazione dei documenti, e Su come rintracciare le orme, con qualche osservazione sull'impiego del gesso da scultori per fissare e conservare le orme stesse . Il fatto che dette forze di polizia non si siano propriamente coperte di gloria non è, naturalmente, responsabilità di Holmes.

Ma c'è di più. Esplorando quella che si potrebbe chiamare l'evidenza canonica della francesità di Holmes, abbiamo scoperto ciò che può essere definita solo come evidenza empirica. E parte di essa è, per usare un termine un pò non holmesiano, spettrale. Prendiamo la Avventura della Legion d'Onore. Questo episodio è avvenuto a me un paio d'anni fa, e non mi è ancora passata. Stuzzicato da un paio di giornalisti francesi a definire un obiettivo per la nostra neonata società, io dichiarai impetuosamente che avrei tentato di ricevere a nome di Sherlock Holmes quella Legion d'onore che il detective aveva accettato ma non aveva mai in realtà trovato il tempo di ricevere. Vestito coi miei migliori deerstalker e soprabito Macfarlane mi diressi al museo parigino dedicato alle meglio conosciute tra le molte decorazioni francesi. L'usciere non voleva farci entrare, perchè pensava che lo stessimo sfottendo. Ma noi gli mostrammo il libro e lui ci permise di incontrare la curatrice del museo. Questi, guarda caso, era anche lei un pò un fan di Holmes e si divertì a continuare il gioco: così il gruppetto si radunò agli archivi, da dove fu estratto il fascicolo riguardante le Legioni d'Onore assegnate tra il 1894 e il 1900. Sul retro c'erano le liste delle onorificienze assegnate agli stranieri, con un sottogruppo di quelle assegnate ad Inglesi. E qui, con una calligrafia indistinguibile dal resto, c'erano le parole Holmes, S. Comprensibilmente sconvolto, riuscii a persuadere le autorità francesi a consegnare l'onorifcienza ad Holmes in via postuma. Sì perchè, sfortunatamente Sherlock Holmes era morto: cosa naturale, essendo nato nel 1854. Egli concluse la sua vita allevando api in Sussex, ma la sua tomba non è in Inghilterra. E' in Francia. Se fate un salto in un vialetto del cimitero di Pere-Lachaise a Parigi , potrete imbattervi in diversi membri della mia società, col cappello in mano, chini di fronte ad una tomba marcata col monogramma S.H. Chi vi è sepolto? Per i dubbiosi si potrebbe fare una richiesta di riesumazione. Uno studio delle ossa e dei denti convincerebbe gli scettici. Sherlock holmes è tornato per sempre nella sua dolce terra: la Francia!

 

Ma no! Sherlock Holmes era italiano!

Di Titi San Giovanni
(Holmesiano di Firenze)

Temo proprio che il mio illustre amico francese sia in errore. Sherlock Holmes non era francese. Era italiano! E suo nonno era Niccolò Paganini. Chiamerò questa rivelazione L'avventura della figlia del pianista di Paganini. Il mio amico Jean Schifrine ha scoperto il fatto storico che Paganini era ben conosciuto nella famiglia Horace Vernet. Indagando ulteriormente ha dimostrato che quando l'acclamato violinista fu scritturato per un concerto a Londra scelse come accompagnatore un uomo dal nome John Watson", che aveva una figlia secondo tutte le fonti molto attraente, chiamata Charlotte. Perciò è possibile che Sherlock Holmes sia l'illeggittimo risultato di una relazione tra Paganini e la figlia di Watson.

Alla fine di febbraio del 1832, Paganini si trovava a Londra quando incontrò un musicista del King's Theatre, John Watson. Questi, che occupava la carica di amministratore temporaneo, offrì i suoi servigi a Paganini come guida e lo presentò a sua figlia Charlotte, sulla quale il violinista appuntò subito gli occhi: era il preludio ad una relazione infelice e destinata al fallimento, non senza strascichi negativi denunciati dalla stampa. .Nel frattempo Paganini aveva ingaggiato John Watson come collaboratore per una lunga tournee prevista tra Agosto e Ottobre 1832. Dopo un breve e disastroso giro in altre città inglesi Paganini tornò a Londra e scoprì che Watson, coperto di debiti e impossibilitato a rispettarli, era stato imprigionato. Paganini fu costretto a rinunciare ai concerti ma con una liberalità insospettata, forse a causa dell'insistenza della figlia del pianista, pagò una cauzione di 45 sterline ottenendo il rilascio di Watson: per di più per aiutarlo a sfuggire alle grinfie dei creditori dette un concerto interamente a beneficio di Charlotte, il 17 giugno 1834, al teatro Victoria. Nel 1835, per colpa della stampa che li massacrava davanti al pubblico, la relazione tra Paganini e Charlotte si ruppe tragicamente. Dopo questo drammatico episodio Charlotte Watson trovò rifugio come dama di compagnia presso persone di fiducia, piccoli proprietari terrieri dello Yorkshire di nome Holmes. Dalla unione di Nicolo Paganini e Charlotte Watson sarebbe nata nello stesso anno 1835 una bambina. La famiglia Holmes accolse la bimba, con l'assistenza della vecchia balia del loro figlio Siger. Questi, già grande alla nascita della bimba, sposò Violet Sherrinford alcuni anni dopo la partenza e il matrimonio di Charlotte con un americano, nel 1837 , dopo di chè Charlotte non si era più occupata della figlia. D'altra parte la coppia Siger-Violet che aveva tentato inutilmente di avere figli, adottò la bambina che aveva esattamente l'età che avrebbe avuto una loro figlia vera. Il destino li ricompensò perchè, nel 1847, gli Holmes ebbero la gioia di vedere la nascita di un figlio, cui imposero il nome di Mycroft. Sette anni più tardi , nel 1854, in seguito ad una avventura intorno ai 19 anni di età, la loo figlia adottiva (Miss Holmes) ebbe un bambino cui la famiglia Holmes dette il primo nome di Sherlock e che del tutto naturalmente mantenne il cognome della sua giovane madre. Per ragioni che non siamo in grado di accertare Miss Holmes lasciò la famiglia Holmes poco tempo dopo averle affidato suo figlio. Sherlock , stimato da Mycroft, considerò sempre quest'ultimo il suo fratello maggiore e gli Holmes come i suoi genitori, E quando Sherlock Holmes andò a vivere a Londra fu con suo cugino John H.Watson che scelse di affittare un appartamento in Baker Street.

L'eredità del suo avo potrebbe spiegare il citatissimo virtuosismo di Sherlock Holmes nel suonare il violino. Per convincerci delle sue origini italiane è sufficiente dare un'occhiata ai ritratti di Paganini e notare le molte rassomiglianze con Holmes. Come Watson scrisse nell'Avventura della scatola di cartone Holmes raccontava " aneddoto dopo aneddoto di quell'uomo straordinario" , Paganini! Perchè, se non fosse stato un suo parente?

Possiamo trovare altri indizi, sorprendenti ma divertenti: in molte biografie di Paganini leggiamo che la stanza dell'artista era il regno del disordine e che quando provava in casa o dava ripetizioni portava un singolare cappello con lunghe paraorecchie e che usava legarsele sopra la testa , il che era giudicato alquanto strano. In più il violino preferito di paganini era soprannominato "Il Cannone" , simile al Canone! Paganini venne nominato da Elisa, granduchessa di Toscana e sorella di Napoleone, "Capitano della gendarmeria". Eccetera ...

Ma chi ha bisogno di un po' più di indizi? Le origini italiane sono elementari!