Una lettera a due presidenti
Di Philip Weller, MHS
Orribilmente tradotta e mutilata da Gianluca Salvatori, CHS, BS
Cari Enrico e Gianluca,
Vorrei, a nome di Jane e mio, ringraziare voi ed gli altri membri di Uno Studio in Holmes (USIH) per averci invitato a parlare alle vostre conferenze di Milano e Sesto Fiorentino. È stato un grande onore per noi, ed abbiamo particolarmente gradito la squisita ospitalità che ci è stata offerta nonché l'eccellente livello degli interventi che sono stati tenuti dai soci. A questo proposito abbiamo trovato conferma alla decisione della nostra associazione, la Franco-Midland Hardware Company (FMHC), di assegnarvi il primo "Three Continents Award" quale segno di riconoscimento per gli alti standards adottati dalla vostra società nell'approccio agli studi holmesiani e doyleani. Nonostante mi sia fin'ora riferito alla "vostra associazione", sia Jane che io sentiamo profondamente che essa sia anche la "nostra associazione", non solo perché abbiamo ricevuto la qualifica di membri onorari ma anche perché desideriamo fortemente essere coinvolti in prima persona in quello che USIH sta facendo.
Al termine della convention di Sesto Fiorentino, mi è stato chiesto di fornire alcuni suggerimenti e consigli su come rendere USIH una sempre migliore associazione holmesiana. Ci sono, a ben vedere, pochi consigli da poter offrire, considerando che essa ha già raggiunto una posizione di rilievo tra le associazioni holmesiane mondiali sotto la guida dei Past Presidents. Jane ed io siamo stati particolarmente impressionati dagli alti standards della ricerca storica e letteraria raggiunti sia dalle relazioni che abbiamo visto alle conferenze sia da quelle che abbiamo letto nel periodico dell'associazione. Ed in questo si nota una sensibile differenza rispetto al curioso approccio che hanno la più gran parte delle associazioni holmesiane esistenti nel mondo; la posizione culturalmente superiore che la scolarship italiana ha raggiunto è un chiaro riflesso della ricca eredità storica e letteraria che esiste in Italia, e del rispetto col quale la letteratura inglese è da voi trattata.
Come voi certamente saprete, io mi considero un fondamentalista, in quanto credo fermamente che i contenuti del Canone holmesiano siano di suprema e fondamentale importanza ogni qual volta si tratta di discutere su Mr. Holmes. Quindi, quando egli afferma "My ancestors were county squires ..." [GREE, 435], non posso non notare il suo uso di un'espressione tipicamente inglese per significare che la maggior parte dei suoi antenati appartenevano alla aristocrazia minore. Questo significa che egli, ad esempio, non poteva certo essere un francese, e - sfortunatamente per lui - neppure italiano! Ogni tentativo di contraddire queste affermazioni categoriche del Canone può solo essere illogico e fanciullesco. Essere un fondamentalista significa anche, ad esempio, che quando Holmes afferma "I have never loved, Watson..." [DEVI, 970], si debba ritenere che questo significa anche che egli non si è mai sposato, in quanto Holmes non era certo l'uomo la cui integrità, o meglio la mancanza di essa, gli avrebbe permesso di sposarsi senza essersi innamorato. Devo anche insistere, data l'affermazione di Holmes sull'amore, che i sentimenti da lui provati per Irene Adler, erano niente di più che ammirazione per qualcuno dotato di un intelletto eguale al proprio. Sono quindi impossibilitato ad immaginarlo sotto l'incombenza di mogli e fidanzate o, ancor peggio, di figli, come molti scrittori americani fanno nella speranza di avere un discendente di Holmes semi-americano.
Nella speranza che questi suggerimenti di carattere generale possano essere d'aiuto ad USIH per futuri sviluppi, vorrei offrire i seguenti spunti perché vengano valutati non solo dai presidenti uscente ed entrante, ma da tutti i membri dell'associazione.
Questi spunti sono dotati di speciale validità perché offerti da qualcuno che, tempo fa, era solo un osservatore esterno dei progressi dell'associazione, ed in particolar modo perché vengono sia dalla mente che dal cuore e soprattutto prescindono dal considerare l'eventuale imbarazzo di quelli che potrebbero sentirsi in prima persona richiamati. Questi consigli sono anche dettati dall'esperienza, nel bene e nel male, che mi viene dall'essere presidente a mia volta di una associazione holmesiana da più di un decennio e dall'aver visitato dozzine di simili associazioni in tre continenti. Inoltre ho il privilegio di aver sia il presidente uscente che quello entrante tra i membri della mia associazione, la FMHC, e sono stato in grado di discutere con loro sia le idee per il futuro della mia associazione che le loro sul futuro di USIH.
Per il presidente uscente so di rappresentare l'opinione di tutti i membri dell'associazione nel congratularmi con lui per il modo col quale ha continuato a sviluppare gli obiettivi raggiunti dai suoi predecessori. Dobbiamo permettere ad Enrico di mormorare come Holmes "My blushes, Watson". Holmes era, certamente, in errore nel pensare che Watson era in procinto di affermare qualcosa di ammirevole su di lui, ma qui non c'è alcuna contraddizione. Enrico ha lavorato indefessamente e spassionatamente per lo sviluppo ed il beneficio dell'associazione, ed è stato questo suo approccio che, unito a quello dei Past Presidents, ha suscitato l'invidia per USIH da parte dei più seri gruppi di studio holmesiani del mondo.
Per il presidente entrante devo anzitutto congratularmi con lui per aver ragiunto questo alto onore, e quindi immediatamente commiserarlo per il duro lavoro che l'aspetta per la conduzione dell'associazione. Gianluca ha già predisposto un piano che porterà USIH il linea con tutti gli altri seri gruppi di studio holmesiani, dato che ha suggerito l'importanza di avere un'edizione italiana dei sessanta casi holmesiani, in Canone. Come lui ha evidenziato, questo permetterà agli holmesiani italiani di sapere esattamente a cosa i loro colleghi si riferiscono quando citano il canone, dato che saranno in grado di fornire il numero di pagina del brano citato. Un esempio di quello che affermo è dato sopra, colla mia citazione dell'affermazione di Holmes "My ancestors were country squires..." seguita dall'inciso GREE, 435. Essa indica che la citazione può essere rintracciata nell'avventura GREE, o l'Interprete Greco, a pagina 435 dell'Edizione Penguin Doubleday che è quella usata dalla più gran parte degli studiosi holmesiani di lingua inglese. Questo permette ad un altro appassionato di rintracciare la frase che ho usato, per controllare se è stata citata correttamente e verificare che non sia stata usata fuori dal contesto appropriato.
Durante il mio recente soggiorno in Italia ho acquistato 6 differenti edizioni di "HOUND" e se avessi voluto citare un brano di quella avventura in italiano, avrei non solo dovuto segnalare il numero di pagina di ognuna delle sei edizioni, ma avrei anche dovuto fornire i dettagli bibliografici di ogni singola edizione, e sono sicuro che esistono altrettante edizioni alle quali avrei dovuto fare riferimento per esser certo che il lettore italiano possa essere in grado di rintracciare la situazione.
La realizzazione di un'edizione di tutti i 60 casi che possa essere accettata come lo standard per il futuro è assolutamente essenziale per gli studiosi holmesiani d'Italia e bisogna congratularsi con Gianluca per aver fissato questo progetto come prioritario per USIH durante la sua permanenza in carica. Questo non è un facile progetto e richiederà una grande quantità di lavoro per decidere in merito alla migliore interpretazione possibile da dare al testo originale inglese e ciò richiederà l'assistenza di enti ed organizzazioni al di fuori di USIH come i dipartimenti universitari e gli enti economici. La creazione di una edizione standard italiana del Canone holmesiano richiederà anche l'assistenza degli studiosi holmesiani all'interno di USIH, nella produzione di introduzioni (e possibilmente annotazioni) per ogni volume, ed è questo tipo di coinvolgimento che, anche se non necessariamente finalizzato alla pubblicazione, ritengo vitale per il successo di una associazione holmesiana. Sono stato estremamente compiaciuto nel notare che quando gli interventi sono stati presentati alle due conferenze, non solo c'erano membri pronti a controbattere alle affermazioni proposte ed a proporre ipotesi alternative, ma soprattutto che i conferenzieri accettavano di buon grado le osservazioni considerandole spunti interessanti di conversazione, e non attacchi "personali". Ci sono molte associazioni holmesiane nel mondo dove non è neppure pensabile contraddire le leading authorities sui vari argomenti, ma in Italia c'è chiaramente un più salubre rispetto per la scolarship, ed è stato piacevole vedere tutti lottare per raggiungere una maggiore comprensione attraverso la discussione. Anche le più alte autorità possono imparare dai principianti se hanno la mentalità sufficientemente aperta.
Ogni membro dell'associazione deve essere incoraggiato a considerare che ha qualcosa di valido per contribuire. Forse non è attraverso lunghi saggi ad alto livello dottrinale, ma magari nello specifico campo di interesse del singolo è possibile far raggiungere un più alto livello di comprensione per tutti. Alternativamente il loro coinvolgimento può avvenire sotto forma di aiuti organizzativi o di assistenza amministrativa di natura pratica durante gli incontri, magari semplicemente disponendo le sedie od aiutando a ripulire la sala dopo il meeting. Tra le centinaia di incontri di un giorno che ho organizzato per la mia associazione (e noi abbiamo almeno un incontro per un intero giorno o per un weekend al ogni mese, ed uno per una intera settimana all'anno) ho tratto maggiore soddisfazione in quelli durante i quali tutti i partecipanti hanno dato un contribuito al meglio di loro stessi. Quantomeno i membri debbono tentare di presenziare agli eventi organizzati per loro dall'associazione. Un'enorme mole di lavoro viene dedicata all'organizzazione di un meeting e può essere davvero scoraggiante per gli organizzatori una scarsa affluenza.
Siamo tutti molto impegnati, e partecipare ad un meeting può anche voler dire intraprendere un lungo viaggio, ma quanto un meeting è annunciato, allora tutti i membri dell'associazione devono annotarselo nelle loro agende e far di tutto per poter presenziare. Si può imparare di più su Holmes ad una convention, ed essere ispirati per nuove attività o possibili articoli, di quanto non si faccia in mesi di solitaria lettura. I principianti sono spesso preoccupati di non saperne abbastanza per evitare di sembrare ignoranti, ma la mia esperienza di USIH rivela che questa non è una associazione che fa sentire i principianti a disagio in ragione della scarsa conoscenza del mondo holmesiano; anzi ognuno è ansioso di aiutare gli altri ad estendere la conoscenza di Holmes. Ricorderò sempre con meraviglia l'entusiasmo che tutti dimostravano nel voler parlare di Holmes, in contrasto con molti meetings ai quali ho partecipato dove la conversazione raggiungeva ogni aspetto tranne Holmes. A dir la verità devo ammettere che alcuni argomenti di conversazione durante i pranzi riguardavano aspetti non holmesiani, e per questo devo ringraziare tutti i membri che mi hanno aiutato a capire come la più importante squadra di calcio italiana sia la Lazio, il Milan, la Roma... (prego cancellare i nomi a seconda delle necessità personali!).
Riguardo alla produzione dei saggi critici, può essere molto scoraggiante per qualcuno che sia nuovo agli studi holmesiani pensare che si debbano produrre livelli elevati di scolarship offerti da chi è coinvolto già da molti anni. Un modo in cui la mia associazione tenta di superare questo problema è avere, alle riunioni, una serie di brevi colloqui, chiamata "Seven Per Cent Solutions". Durante questi ogni membro propone la propria soluzione, precedentemente elaborata o ripassata, ad uno dei piccoli problemi offerti dal Canone e deve completare la presentazione entro una scadenza rigorosa del 7% di un'ora, ossia 4 minuti e 12 secondi. I principianti inizialmente pensano di non avere abbastanza argomenti per parlare così a lungo, ma allorquando iniziano preparare il discorso si accorgono che il loro problema è in realtà quello di ridurre gli argomenti da presentare per restare nel tempo limite. Il principiante può commettere errori nella sua lecture, ma se ha davanti un pubblico elogiativo e la critica è presentata in modo positivo, da allora in poi sarà in grado di apprezzare nuove prospettive sull'argomento man mano che procederà nella lettura del Canone sarà in grado di aumentare la propria perizia. È in questo modo che gli iniziati agli studi holmesiani debbono essere incoraggiati per far si che si trasformino, nel corso degli anni, in veri e propri esperti e che divengano i produttori della nuova scolarship.
Non sono uno di quegli holmesiani che suggerisce cosa gli altri dovrebbero fare e poi si siede comodo e non fa niente: per questo motivo ho subito proposto al Past President la redazione di un piccolo articolo su argomenti di interesse sia generale che specifico, affinché vengano pubblicati nei prossimi numeri dello Strand. Questa proposta è stata graziosamente accettata da Enrico e, dato che sia il presidente uscente che quello entrante sono a conoscenza della mia grande passione per gli studi su HOUND, hanno suggerito che questa rubrica dovrebbe intitolarsi "From our man on the Tor". Inoltre ho garantito la mia disponibilità nel sostenere i programmi del nuovo presidente per un'edizione standard del Canone offrendomi di scrivere un'introduzione e di fornire le annotazioni per uno dei volumi che verranno realizzati. Non dovrebbe sorprendervi molto che il volume che mi sono offerto di preparare è HOUND. Se voleste seguire questo esempio, quindi perché non contattare Gianluca e discutere come potreste fare qualche cosa di simile? Se non altro, magari, come parte di un team.
In conclusione, sottolineo fortemente che USIH ha bisogno di ben pochi consigli su come può svilupparsi, dato che già si è sviluppato meravigliosamente in un tempo notevolmente corto. Il numero, la varietà e la qualità dei documenti presentati alle due conventions di quest'anno è già da se un commento superbo sulla eccellente condizione della associazione. Tuttavia è necessario rifuggire il compiacimento e sforzarsi sempre di migliorare, e le idee contenute in questa lettera sono presentate proprio allo scopo di stimolare simili riflessioni. Nella FMHC, abbiamo un modo speciale per sollecitare i membri, siano essi il presidente o l'ultimo associato, e fargli capire che abbiamo bisogno anche del loro contributo per il progresso dell'associazione. Allo scopo utilizziamo una citazione dal Canone, leggermente modificata, e diciamo: "Do not be a dog in the night-time". Essa è tratta, nell'edizione Doubleday/Penguin, da SILV, 347. Se aveste una traduzione italiana standard di questo caso, naturalmente, potrei darvi un preciso rimando al numero di pagina, e la soluzione a quel problema è, come ripeto, nelle mani di voi membri dell'associazione. Per ora soltanto preciserò che in SILV, 347 si riporta l'affermazione dell'ispettore Gregory: "The dog did nothing in the night-time."
Jane ed io vi auguriamo di godere appieno il frutto dei vostri studi di Holmes e possiamo assicurarvi che più vi applicherete maggiori saranno le soddisfazioni. Vi ringraziamo ancora una volta averci permesso di dividere con voi le nostre esperienze in Sherlock Holmes ed in Arthur Conan Doyle, e per tutte le esperienze meravigliose nell'Italia che - in cambio - abbiamo guadagnato e per tutte le nuove amicizie che abbiamo stretto. Aspettiamo con impazienza di rivedervi nell'immediato futuro ed a fare ulteriori amicizie, quando parteciperemo alla prossima riunione di USIH, non come ospiti, ma come fieri membri di questa eccellente associazione.
Yours sincerely
Philip Weller