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A caccia di snuali

di Enrico Solito

...nomina nuda tenemus...

Un libro di Lewis Carrol meno famoso, ma a mio giudizio forse più affascinante di Alice, è "A caccia di snuali" The Hunting of the Snark: una ricerca impossibile di un animale fantastico impegna uno strano gruppo di avventurosi. Non hanno nulla cui riferirsi se non la loro intelligenza ed il loro coraggio perché se ci si avventura nel campo del fantastico non si hanno punti di riferimento: e infatti usano una carta geografica completamente bianca. La loro ricerca si concluderà tragicamente, perché invece di trovare lo "snualo" verranno sorpresi dal prof Moriarty, pardon, da un boojoum, il peggior pericolo cui potessero andare incontro. Ho citato questo libro perché anche noi holmesiani, in qualche modo, ci esercitiamo in una caccia affascinante e del tutto paradossale nei territori della fantasia, cercando riscontri e spiegazioni di qualcosa che, nell'universo conosciuto non esiste, provando a dimostrare qualcosa che a livello razionale è impossibile da ammettere. Ma a differenza dei cercatori di snuali abbiamo delle carte con cui possiamo orientarci: il Canone e i riferimenti storici dell'età Vittoriana. Sono queste le armi che estrarrò, provando a guidarvi in questa particolarissima caccia ed augurandomi di non imbattermi, alla fine, in un boojoum. Ma prima di partire desidero ringraziare il mio compagno di caccia, Philip, che ha svolto una mole di lavoro eccezionale in un tempo ridicolmente breve, e mi ha snidato dalle pacifiche stanze del Diogene's fiorentino per trascinarmi in questa avventura: munito solo delle poche indicazioni che avevo trovato sulle mie enciclopedie e trattati di musicologia qui in Italia (la presenza certa della Patti in Inghilterra in quel periodo, la sua attività musicale nel 98, quello che dappertutto è citato come un suo libro autobiografico del 1909, la storia della sua vita) Philip ha compiuto con nonchalance e con una vulcanica esplosione di energia una completa ricerca delle fonti e di dati originali. E' a lui che va il merito, se pure ve n'è, di questo lavoro.

Il Problema

"Carina sings to-night at the Albert Hall, and we still have time to dress, dine and enjoy."

Nell'avventura del Fabbricante di colori a riposo (RETI) troviamo Holmes e Watson alle prese con uno strano mistero. Mentre la storia si dipana,e dopo che Watson è andato ad indagare per conto di Holmes, il detective propone all'amico di svagarsi recandosi a sentir cantare Carina. Questo è appunto il problema: di chi stiamo parlando? Per affrontare la questione dovremo esaminare il mondo musicale dell'epoca, i gusti e le abitudini dei due inquilini di Baker Street e vari riferimenti canonici e storici. Ma per cominciare, dobbiamo definire più esattamente il tempo di cui stiamo parlando.

La datazione. RETI è uno dei (ahimè pochi) racconti sulla cui datazione pare esservi un accordo pressoché unanime tra gli studiosi: l'estate del 1898. Sembra esservi poco spazio, effettivamente, a discutere su questo punto. Sappiamo che il protagonista della storia, il sig. Josiah Amberley, ha 61 anni, si è ritirato dal lavoro nel 1896, si è sposato all'inizio del 1897 e la vicenda che lo riguarda esplode entro due anni da questi eventi (retired in 96, early in 87 he married...within 2 years): dunque entro la fine del 1898. Vari indizi ci indicano inequivocabilmente che la vicenda si svolge in estate: Watson parla chiaramente di un "pomeriggio d'estate", nel viaggio in treno fa molto caldo, uno dei personaggi porta occhiali da sole con lenti affumicate ( sun glasses.....the weather was hot). Chiunque fosse Carina, perciò, cantava all'Albert Hall in una notte dell'estate del 1898.

I musicisti a Baker Street. Sui gusti musicali, i pezzi favoriti, i musicisti frequentati da Holmes e Watson, moltissimo è stato scritto. Per quel che ci riguarda qui è importante sottolineare come tutti i musicisti citati nel canone, con l'eccezione appunto di Carina, sono personaggi assai famosi all'epoca. Holmes è come sappiamo (STUD, REDH, FIVE, CARD, DYIN, MUSG, NORW, SECO, NOBL, SIGN, CREE) un ottimo interprete al violino egli stesso e anche un buon compositore: i due amici erano dei veri appassionati di musica e frequentavano assiduamente gli spettacoli musicali londinesi: un buon concerto può essere una buona soluzione, per rilassarsi dopo un caso, come in REDC in cui i due amici si recarono a una manifestazione wagneriana. Ma anche durante i casi Holmes usava i concerti per distrarsi e riprendere meglio poi le sue investigazioni, come appunto in RETI, o in REDH, dove ascoltò il grande violinista Sarasate, o in STUD la Norman Neruda (diretta dal marito, Charles Halle).A proposito di quest'ultima celeberrima violinista Holmes doveva essere un vero "abituèe" dei suoi concerti, visto che dichiara che "i suoi attacchi e i suoi colpi d'archetto sono stupendi", e prosegue canticchiando un pezzetto di Chopin che lei suonava particolarmente bene (forse la Barcarolle in Fa maggiore, opera 60) In HOUN poi chiede a Watson se ha mai ascoltato i fratelli De Reszke (uno basso e l'altro tenore, polacchi, divenuti famosi al Metropolitan di New York e trapiantati a Londra), dando così per scontato che egli l'aveva fatto. Non parleremo qui per questioni di spazio dei gusti musicali di Holmes, né di quelli di Watson, pure piuttosto sofisticati, e le possibili illazioni su quali potessero essere i pezzi preferiti dei due cui ci si riferisce, per esempio, in STUD: ci basta per ora sottolineare come i due non fossero affatto spettatori inesperti disposti a presenziare a un evento musicale qualunque, ma dei palati raffinati abituati al meglio del mondo musicale contemporaneo.

Il nome di Carina non solo non compare nelle enciclopedie musicali odierne, ma neppure nei testi più datati e non corrisponde quindi ad alcun cantante che abbia raggiunto una certa notorietà. Conoscendo la raffinatezza dei gusti di Holmes è da escludere che egli abbia proposto a Watson di assistere ad uno spettacolo di basso livello, senza contare il fatto che il concerto era all'Albert Hall, uno templi della buona musica. D'altronde negli avvisi dei giornali londinesi non si trova notizia di un tale concerto nemmeno in altri teatri minori.

Dobbiamo quindi concludere che Carina non è il nome dell'artista in questione.

Carina come nome in codice. Se "Carina" non è semplicemente il nome dell'artista che cantò quella sera d'estate, di che si può trattare? E' evidente dal contesto che il significato della parola è assolutamente chiaro a Watson, che infatti non chiede spiegazioni. Ci si potrebbe divertire a tentare anagrammi, trasposizioni in cifre e vari arzigogoli enigmistici, ma francamente mi paiono soluzioni cervellotiche: Watson non batte ciglio alla frase di Holmes, non si mette a cercare nel Bradshaw la prima parola del quarto rigo o cose simili. Quello di cui abbiamo bisogno è una soluzione semplice, perché la parola sembra essere usata semplicemente, come un termine condiviso dai due amici ogni giorno. L'idea che vi propongo è quella di considerare "Carina" come la parola italiana "carina", aggettivo di genere femminile.

Holmes la lingua italiana. Sui legami tra Holmes e l'Italia molto si è dibattuto in passato e naturalmente, come italiani, la cosa è stata al centro dell'attenzione della mia società da sempre. A parte tanti piccoli indizi che si ritrovano nel canone, e i tanti riferimenti all'Italia di Holmes, l'episodio più probante della buona conoscenza della lingua da parte di Holmes è ovviamente in REDC dove egli identifica immediatamente la parola "attenta" come italiana, la traduce correttamente (beware) e sottolinea a Watson come la desinenza "a" significhi che l'esortazione è rivolta ad una donna: cosa questa, come vedremo, assai importante nel nostro caso. Per inciso ricordiamo che l'episodio è stato assai discusso perché, si dice, il codice usato (un lampo di luce per la lettera a, due per la lettera b, ecc.) è un assoluto non senso: Holmes dice che vede 20 lampi e dunque che si tratta di una T. Ma nell'alfabeto italiano (e italiani sono sia che fa il messaggio sia chi lo dovrebbe ricevere) la lettera T è solo al diciottesimo, mentre al ventesimo c'è la lettera V. Ci sembra una discussione, questa sì, senza senso: i due italiani temevano che il messaggio potesse essere intercettato da Gorgiano, il killer camorrista da cui fuggivano, anch'esso italiano: usano l'alfabeto inglese —previo accordo tra loro su questo punto- proprio perché Gorgiano avrebbe usato quello italiano, senza poter identificare così il messaggio anche se avesse compreso il tipo di codice.

Il significato di "carina". Se ammettiamo per un istante che "Carina" possa essere la parola italiana "carina", è importante discutere su quale sia il suo reale significato nella lingua italiana. Prima di tutto si tratta di un aggettivo femminile, rivolto perciò ad una donna. Il significato può essere riferito alla bellezza fisica: ma in questo caso si usano in genere altri aggettivi. In questo senso si dice "carina" di una ragazza abbastanza gradevole, ma non assolutamente bella. Più spesso il termine indica una persona gradevole dal punto di vista dei rapporti umani: cordiale, simpatica, dolce, disponibile, eccetera. Il termine inoltre può essere riferito in una conversazione di una terza persona, ma non in sua presenza: in altri termini, si tratta di un complimento in gradi di mettere in imbarazzo una persona che non sia familiare. Dire ad una donna che troviamo il suo modo di fare carino è possibile in una conoscenza approfondita e in qualche modo affettuosa, non certo tra estranei o in rapporti comunque formali.

"Carina" come soprannome. Nessuna delle cantanti donne a Londra in quel periodo risulta essere mai stata indicata con questo nome. Così non si deve trattare di un soprannome popolare, ma di un modo gergale di riferirsi ad una persona precisa: un soprannome con cui i due amici indicavano una terza persona. Qualcosa di simile alla parola "Professore" che certamente in Baker Street (almeno dopo la fine degli anni '80, quando Watson fu messo a conoscenza della sua esistenza) indicava infallibilmente James Moriarty, o come "La Donna".

Se accettiamo questa linea, che carina cioè sia un soprannome, dobbiamo desumere quindi che tratti di un soprannome intimo, non conosciuto al di fuori di una strettissima cerchia: forse solo Holmes, Watson, e la persona interessata. Dunque siamo autorizzati a pensare a un rapporto di conoscenza stretta,,forse di amicizia, certo di confidenza. Questo aspetto tra l'altro spiega bene come Holmes proponga a Watson di recarsi al concerto all'ultimo tuffo, senza preoccuparsi affatto per la questione dei biglietti, cosa non scontata se si trattava di una artista famosa per cui valesse la pena di scomodarsi. Neanche Watson dubita di non trovare posto, perché "Carina" avrebbe sicuramente procurato la possibilità di entrare, se interpellata.

I soprannomi e l'Italia. In Italia l'uso di riferirsi ad una persona con un nomignolo gergale è ampiamente diffuso, e ancora di più lo era un secolo fa. Specialmente in alcune regioni e soprattutto nei piccoli paesi è assai più facile avere informazioni su qualcuno riferendosi a lui col suo soprannome, che col suo nome vero che spesso è del tutto inutilizzato fino al punto da essere dimenticato. Vorrei sottolineare inoltre che la stessa persona può avere diversi soprannomi, variabili in tempi diversi e in diversi contesti. Farò alcuni esempi personali per chiarire. Mio nonno Giulio, nato nel 1900, era noto da giovane come "Canapino", dalla canapa, per i suoi capelli biondi, che si scurirono assai presto, portando a un cambio nel soprannome. Un mio amico detto ironicamente "Capino" (Little Head) per la gran massa di riccioli che gli gonfiavano la testa è ora ahimè calvo quanto me, e nessuno lo ricorda più con quel soprannome. Talvolta esistono soprannomi molto intimi, usati cioè solo in un contesto assolutamente intimo e usare il quale al di fuori di quella ristretta cerchia sarebbe assolutamente scortese: anni fa ero conosciuto come il "cinghiale d'Inghilterra" tra gli amici con cui giocavo ad un war-game particolare in cui usavo come segnalino un cinghiale: ma avrei certamente reagito violentemente se fossi stato apostrofato in quel modo da qualcuno che non fosse uno dei giocatori, e perfino dagli stessi amici giocatori fuori dal contesto del gioco.

L'ipotesi di Adelina Patti. La nostra cantante perciò deve essere una donna (carina è di genere femminile), una artista di grande livello (i gusti di Holmes e Watson sono difficili), attiva nell'estate del 1898 (RETI), con una relazione d'amicizia piuttosto intima con Holmes e Watson (il tipo di soprannome, la mancanza di biglietti), per la quale abbia un senso usare una parola italiana.

Tutti questi requisiti sembrano perfettamente seguiti dalla identificazione di Carina in Adelina Patti. Non ripeterò qui la massa dei dati che il mio amico Philip ha già elencato per non abusare della vostra pazienza, ma ricapitolerò per voi quelli più importanti ai nostri fini.

  • La Patti fu certamente il più grande soprano della sua epoca: la sua voce, pur non particolarmente potente, aveva una estensione straordinaria ed arrivava a registri di cui ancora si favoleggia: in più aveva capacità sceniche notevoli che sfruttava impersonando le eroine femminili dell'opera: Rossini costruì buona parte del ruolo di Rosina nel Barbiere di Siviglia proprio per lei e per questa sua capacità scenica. Nessuna delle altre grandi soprano della sua epoca, come Ilma de Murska, Pauline Lucca, Christine Nilsson o Etelka Gerster raggiunsero mai la sua fama.. Il suo mito correva per tutto il mondo e certamente la sua fama non era immeritata: ogni amante del bel canto impazziva per lei e avrebbe fatto di tutto per ascoltarla. A questo riguardo si parlava di Pattiepidemia. In USA la soprano era stata visitata da Brigham Young, il capo spirituale dei severissimi Mormoni, per chiederle di cantare nella loro città: un giudice che aveva condannato un suo impresario per delle scorrettezze lo aveva condannato a pagare la multa con biglietti dello spettacolo: quando arrivava in tournèè spuntava la sua immagine su binocoli da teatro, ventagli, mantelle da opera... Piuttosto è un indizio importante a mio parere per l'identificazione della Patti con Carina proprio il fatto che la Patti non sia citata altrimenti nel Canone. Un uomo che non si perde Sarasate, che è un habituèè della Norman-Neruda, che conosce bene i De Reszke, come può non andar mai a sentire la grande Patti? Perché questa mancanza? Questo "buco nero" si può ben spiegare con la nostra tesi.

  • La famiglia della Patti era italiana, anche se Adelina era nata a Madrid, ed era conosciuta con diversi soprannomi (Divina, Regina di cuori, Regina delle Canzoni, La Patti, Patti...): riferirsi a lei con un nome mutuato dall'italiano sarebbe stato assai appropriato, in quanto omaggio all'origine di lei e in quanto parola di una lingua ben conosciuta da Holmes. Il fatto che quello di "Carina" non sia tra i soprannomi finora noti e non risulti da nessuna sua biografia non è una contraddizione alla nostra tesi, perché come ho già detto deve essersi trattato di un nomignolo affettuoso riservato ad una strettissima cerchia di persone, forse usato solo da lei e dai due occupanti dell'appartamentino da scapoli di Baker Street. Conoscendo l'amicizia che legava la Patti al principe di Galles, Edward, e la rete di conoscenze che attraverso il Diogene's Mycroft Holmes aveva con la casa reale, non mi sentirei di escludere che anche questi due personaggi avessero accesso al nomignolo. Vorrei far notare poi che l'uso vezzeggiativo ed ironico dei soprannomi è particolarmente sviluppato in Italia proprio nelle regioni più implicate in questa ricerca: la Sicilia, terra d'origine della famiglia Patti, Roma, città d'origine della madre di lei, Firenze, città dove Holmes si era recato pochi anni prima (EMPT) e dove aveva avuto modo di rinfrescare il suo italiano.

  • Il rapporto tra la Patti e l'Inghilterra fu fin dall'inizio particolarmente stretto. Dopo l'esplosione al Metropolitan di New York ne Lucia di Lammermoor fu proprio al Covent Garden, nel 61 ne La sonnambula, che l'artista ebbe la conferma e la consacrazione ufficiale a grande stella. Da allora pur calcando i palcoscenici dei teatri di tutta Europa e America, Londra fu comunque la città in cui si stabilì e dove tenne la maggior parte delle sue rappresentazioni, fino a ricevere la cittadinanza inglese e infine, a morirvi.

  • Nomi simili a Carina sono frequenti nella famiglia della Patti: Carlo, Caterina, Carlotta, Karin.

  • La Patti era una cantante lirica-operistica ma all'epoca di RETI aveva abbandonato l'opera, dedicandosi a concerti da solista. Questo è assai importante per noi perché se si fosse trattato di una vera opera Holmes avrebbe citato presumibilmente quella, non gli interpRETI, per famosi che fossero: quando in HOUN va a sentire i De Reszke in Les Huguenots cita prima l'opera e solo dopo i cantanti. Se la Patti fosse ancora nel 98 impegnata solo sul palcoscenico dell'opera difficilmente Holmes si sarebbe riferito a Carina, ma avrebbe detto qualcosa del tipo "Carina canta ne La Sonnambula". Ma già dalla metà degli anni novanta la Patti, ritiratasi dalle scene, svolgeva attività concertistica, anche se naturalmente i pezzi del suo repertorio erano principalmente operistici (con l'eccezione, come Philip ha ricordato, di canzoni popolari come Home, sweet Home).

  • La Patti era a Londra nell'estate del 1898 e svolse dei concerti proprio alla Albert Hall. Tra l'altro fu l'anno in cui ottenne la cittadinanza britannica e questo fu festeggiato proprio con un concerto, il 17 Luglio (rivendico la scoperta di questo particolare decisivo a Philip). Se accettiamo l'identificazione di carina con Patti questa è la data ufficiale di RETI.

Carina e l'Opera: RETI come melodramma. La Patti divenne famosa con la sua partecipazione nel ruolo di protagonista nei classici melodrammi italiani, da Donizetti a Verdi passando per Rossini. E' possibile pensare che la stessa citazione di Holmes a Watson di Carina-Patti possa essere un messaggio in codice, una sottile allusione al caso che si sta svolgendo. Quando Holmes invita Watson, nell'attesa di riprendere le indagini il giorno dopo, a recarsi al concerto, il buon Dottore non sospetta affatto che dietro la vicenda su cui ha appena indagato personalmente si nasconda un duplice omicidio. Holmes invece ha avuto subito dei dubbi dalla relazione del suo amico, come ci dirà nella spiegazione finale del caso, e proprio un attimo prima di proporre il concerto e di fare il suo riferimento a Carina sottolinea a Watson che non tutto è come sembra, e che vi sono difficoltà, forse solo nella sua immaginazione. Al tempo in cui il concerto si svolge la Patti si era ritirata dall'Opera, nel senso che non compariva più sulla scena operistica: i suoi concerti erano però naturalmente una somma dei suoi pezzi forti, e la grande soprano era divenuta famosissima non solo per le parti "leggere" ma soprattutto per i ruoli drammatici delle eroine dei grandi melodrammi. L'allusione a Carina può essere quindi un sottile messaggio di Holmes che si riferisce al melodramma italiano, ai drammi della gelosia, di amore e di morte che si rappresentavano sulle scene. La trama di RETI, con il tradimento vero o supposto, l'odio covato a lungo, la progettazione della vendetta, la trappola, l'orrenda morte delle due vittime, l'atroce arroganza del malvagio colpevole ed infine la sua punizione che si concluderà certamente con la forca, sarebbero una trama perfetta per quel genere di rappresentazione. Citare la Patti in connessione all'immaginazione e alla possibilità che le cose non siano andate come sembrano può essere uno di quei messaggi criptici di cui Holmes si deliziava e che né Watson né noi poveri lettori afferriamo mai al volo. Watson pur ben sapendo chi fosse Carina e come fosse legata al melodramma non comprese a fondo l'allusione dell'amico, e fu per questo sorpreso dagli eventi successivi.

Un pizzico di psicologia: un'amicizia possibile? Ma per accettare l'idea di un rapporto stretto tra Holmes, Watson e la Patti, dobbiamo domandarci su quali basi una tale amicizia può essere nata. Watson, ammiratore del bel sesso e uomo aperto e cordiale, non ci pone problemi: ma cosa dire di una donna capricciosa e dispotica, e di un uomo così riservato da dire che il suo unico amico è Watson (BOSC)? Se questo rapporto risulta fondamentalmente impossibile, tutta la nostra tesi vacillerebbe. Fortunatamente vedremo che non è così e che attraverso molte strade i due grandi personaggi possono essersi apprezzati l'un l'altro.

Psicologia di un'amicizia: La Traviata. Esistono delle inquietanti, sottili somiglianze tra la figura della Patti e quella di Irene Adler, "colei che fu sempre per lui La Donna". Entrambe cantanti liriche non più sulla scena operistica (la Adler ritiratasi, la Patti dedicatasi all'attività concertistica), legate all'Italia (la Adler aveva cantato alla Scala) e residenti a Londra, entrambe frequentavano il bel mondo e la nobiltà (la relazione col re di Boemia e l'amicizia, forse non del tutto platonica, col principe Edoardo) pur finendo con lo sposare dei borghesi: entrambe belle ed intelligenti, dalla vita privata assai discutibile (la Adler è connotata come avventuriera, la Patti ha una vita scandalosa). Esistono naturalmente delle differenze: la Patti è una grande Soprano, la Adler un buon contralto: la Patti è nata nel 43, l'altra nel 58: la Patti è italiana, emigrante in USA come molti italiani e raggiunge il successo negli Stati Uniti, mentre la Adler, nata nel New Jersey, va a cantare in Italia. Si potrebbe addirittura ipotizzare che in realtà le due siano la stessa persona e che SCAN sia la cronaca di una avventura capitata alla Patti, opportunamente modificata da Watson per non comprometterla. In questo caso dietro il Re di Boemia potrebbe nascondersi Edoardo, Principe di Galles (peraltro già sposato fin dal 1863). Questa idea tuttavia cozza non tanto con le differenze già elencate tra i due personaggi, non tanto col fatto che Watson ci dice la Adler essere morta già nel 1891 (particolari questi tutti che il buon Dottore avrebbe potuto modificare artatamente proprio per nascondere la verità) ma anche con le nozze della Adler con l'americano Norton, cui assistiamo in SCAN. La Patti all'epoca di SCAN (1888) era sposata col tenore Nicolini e dovremmo ammettere che non di matrimonio si sia trattato, ma di un ritorno a casa dopo una crisi coniugale. Anche questo può essere spiegato con un camuffamento voluto, ma alla fine di SCAN resterebbe ben poco: tutta la seconda parte dell'avventura, con l'episodio di Holmes beffato costretto a fungere da testimone alle nozze di lei, sarebbe stata inventata di sana pianta e questo andrebbe ben oltre un semplice camuffamento di alcuni dati da parte di Watson. La cosa si fa complicata e usando il rasoio di Occam dobbiamo rifiutare una tesi che ci procura più problemi di quanti non ce ne risolva. Possiamo tuttavia ammettere tranquillamente che le notevoli analogie tra le due donne abbiano colpito Holmes e favorito la nascita di una amicizia tra lui e la Patti.

Psicologia di un'amicizia: A certain gracious lady. più parti la figura della Patti è stata accostata a quella della Regina Vittoria non solo per la lunghezza del suo "regno" ma anche per l'eccezionale messe di successi raggiunti. Le folle si accalcavano in tutto il mondo per vederla:

tra i suoi più ferventi ammiratori vi furono Alessandro II di Russia, Napoleone III, Franz Josef d' Austria, Wilhelm I di Prussia, Edward VII, Leone Tolstoy, Oscar Wilde, Henry James e Théophile Gautier. Fu elogiata da Rossini, Verdi, Berlioz, Saint-Saëns, Gounod, Tchaikovsky. Critici terribili come Henry Chorely, Eduard Hanslick e George Bernard Shaw, la adoravano. Perfino le altre soprano impazzivano per lei: Jenny Lind dichiarò che "C'è solo un Niagara, e una sola Patti". La Tetrazzini si buttò ai suoi piedi dopo un suo assolo.

Molti studiosi hanno approfondito il sentimento di Holmes per le donne che era un mix di profondo rispetto, di una certa diffidenza e di un cavalleresco senso di protezione. Per due grandi donne, la Regina Vittoria e la Adler (che lo aveva battuto) egli nutriva una certa deferenza e una grande ammirazione. Non poteva certo non essere stimolato dal contatto intellettuale di una personalità come la Patti. Lei d'altronde, prima donna e capricciosa com'era, "Regina", difficilmente avrebbe evitato di contattare il Principe di Baker Street, il primo dai detective. Dal confronto, e forse lo scontro, dei due primi ingegni d'Inghilterra deve essere nata una amicizia.

Psicologia di un'amicizia; la musica. Sembra scontato notare che la comune passione per la musica abbia potuto accomunare i due: ma si potrebbe obiettare che Holmes dice chiaramente (REDH) che ama la musica tedesca più di quella italiana e francese. Questo però non gli impedisce di apprezzare Chopin (STUD), di recarsi all'opera (HOUN,REDC) e di seguire Sarasate, violinista e compositore spagnolo, per non parlare del suo amore per Paganini (CARD). Insomma: pur preferendo la musica tedesca Holmes apprezzava anche le altre. D'altronde la Patti aveva un repertorio non limitato all'operistica italiana, ma cantava veramente di tutto. Cantava tra l'altro anche canzoni popolari, che riteneva quasi più difficili di tante arie operistiche: e vale la pena ricordare che in STUD Watson ci dice che tra i suoi pezzi preferiti vi sono i Lieder di Mendellshon-Bartoldi: ora si può trattare dei lieder vocali, ma è assai più probabile che si tratti delle trascrizioni per violino a cura di Joseph Joachim dei Lieder ohne worte, celeberrimi e cantati da tutte le signorine di buona famiglia: motivi tratti da canzoni popolari e con cui certamente la Patti avrà deliziato il Buon Dottore.

Psicologia di un'amicizia: la Patti, Holmes, i potenti e il denaro. Con un riferimento all'humour e a un altro significato di carina. La Patti ebbe sempre fama di essere attaccata al denaro per i suoi enormi compensi e l'assoluta inflessibilità nell'esigerli. Si raccontano ancora aneddoti gustosi su tutto questo, ma più che dimostrare una certa avarizia nella donna, sembrano indicare una assoluta coscienza del proprio straordinario valore e una non volontà di assoggettarsi al capriccio dei potenti e dei nobili: se la volevano, dovevano pagarla. A un impresario americano, che alle sue pretese disse che la cifra da lei richiesta per una esibizione era quello che il Presidente degli Stati Uniti riceveva in un anno, lei replicò freddamente "Fate cantare lui, dunque."

Come ben sappiamo l'atteggiamento di Holmes verso il denaro era profondamente diverso, ma anche lui, ad esempio col Duca di Holdernesse, pretese una grossa somma, più che altro per punirlo del suo comportamento. Pur amando l'arte per l'arte egli tratta allo stesso modo i suoi clienti, che si tratti di un personaggio altolocato o di una governante. In entrambi c'è la sicurezza della propria superiorità e un assoluta mancanza di eccessiva deferenza verso la nobiltà e i potenti (vedi l'atteggiamento di Holmes in MAZA) che deve aver giocato nel renderli amici.

A questo riguardo è forse il caso di sottolineare un altro significato che la parola "cara" può avere in italiano: quello di "costoso". Il soprannome di Carina potrebbe avere anche un significato ironico che allude agli spropositati cachet pretesi dalla Patti: l'humour di cui era dotato il detective, ma che non difettava certo alla cantante, può essere stato anch'esso un elemento collante.

I precedenti. Se accettiamo l'idea di Carina come Patti e dunque di un rapporto stretto tra la Patti, Holmes e Watson nel 1898, dobbiamo presumere ovviamente che questo rapporto sia nato ben prima. L'illuminante episodio scoperto da Philip, la presenza cioè di due uomini "non ignoti alla polizia" come comparse sul palco dell'opera su cui la Patti si esibiva indossando preziosissimi gioielli rappresenta certo una intrigante possibilità e un indizio assai probante: direi quasi una certezza.. Ma ci sono altre piste di indagine, che qui si aprono, e su cui purtroppo non possiamo sapere nulla. Holmes era assai attivo in quegli anni e potrebbe aver incrociato la pista della Patti per molti motivi. Lo stesso Watson, che tende a presentare sé stesso come uno dei tanti medici londinesi, e che in realtà aveva doti non comuni, (BOSC,CREE,FINA,STOC,TWIS,DYIN) e che non perdeva occasione d'aggiornarsi (STOC,GOLD,RESI), avrebbe potuto essere stato consultato per lei, ai tempi in cui la sua lista dei pazienti era "fairly long". Qualunque sia stata l'occasione, gli interessi comuni e i motivi di reciproco interesse tra i tre devono aver posto le basi per una approfondita conoscenza.

Conclusioni: una modesta proposta. Una ricerca holmesiana, come la caccia agli snuali, è spesso destinata a non concludersi mai definitivamente, perché nel nostro mondo holmesiano le uniche certezze vengono dal Canone, ed è da lì che partiamo per le nostre inchieste. In questo caso abbiamo avanzato una teoria che non cozza con nessun elemento canonico, che è perfettamente accettabile dal punto di vista logico e ha numerosi riscontri storici.

Il tipo di soprannome sarebbe stato adatto alla Patti per vari motivi, e il concerto in questione può essere quello del Luglio 1898. Questo presupporrebbe un rapporto di confidenza precedente al 1898, e questo rapporto è perfettamente concepibile visti la psicologia e gli interessi dei soggetti coinvolti: grazie alle ricerche di Philip Weller è stato identificato il possibile nesso tra i protagonisti di questa storia, che risalirebbe ad alcuni anni prima.

Abbiamo preso uno snualo? Abbiamo preso un boojoum? Ai posteri l'ardua sentenza, disse il Manzoni. Possiamo però concludere con almeno una certezza: quella di aver costruito una ricerca holmesiana sui due capi della Manica avviando una collaborazione italo-britannica che non trovava l'eguale dai tempi del trattato navale e che ci fa sentire tutti insieme sotto il portone di Baker Street sperando in una radiosa giornata di sole: poco british, ma credetemi, assai più confortevole.

Consentiteci di concludere questa modesta proposta con un tocco di cultura italiana a nostro parere in tono, anche se Holmes preferiva la musica tedesca e la Patti non poté certo conoscere la "Turandot" del grande Puccini. E' proprio l'ultima opera del grande musicista toscano che vorremmo citare a proposito di Carina, là dove si propone a Turandot l'ultimo enigma, quello definitivo: scoprire, esattamente al contrario della nostra ricerca, il nome segreto di un personaggio già noto, il protagonista maschile dell'opera (di cui taceremo anche noi il nome, per costringervi alla stessa ricerca che dovette tentare Turandot. Ma per voi sarà più facile). "Ma il mio mistero è chiuso in me, il nome mio nessun saprà... Dilegua o Notte, tramontate stelle: all'alba vincerò". E' su queste note esaltanti, da ascoltare reverenti in silenzio, che togliamo in silenzio il disturbo.