All'Opera con Sherlock Holmes
In cui si raccontano le avventure musicali del grande detective e si compila il programma di una serata holmesiana ideale
Bastano poche pagine di Uno studio in rosso per scoprire il meraviglioso universo musicale di Sherlock Holmes. "Il suono del violino rientra nella categoria dei frastuoni?", chiede il detective al dottor Watson, che ha appena conosciuto e con cui intende dividere un appartamento in Baker Street. "Dipende a chi lo suona - risponde l'altro - una musica ben eseguita al violino è un dono degli Dei; ma se il violinista è scadente...". "Allora, niente paura...", taglia corto l'investigatore, al solito molto sicuro di sè. Il contratto viene firmato poche ore più tardi.
Nel caso de L'uomo carponi, Watson scrive che la musica è per Holmes un'istituzione. Nel corso delle sessanta avventure raccontate dal Dottore scopriamo però che l'arte di Euterpe è anche un passatempo, uno stimolo, l'espressione della gioia e del cattivo umore. "Si ricorda quel che dice Darwin della musica? - domanda sempre in Uno studio in rosso l'investigatore all'amico -; sostiene che la capacità di eseguirla e di apprezzarla esisteva nella razza umana molto prima che si arrivasse alla facoltà di parlare. Per questo la musica esercita su di noi una sottile influenza. Ridesta nella nostra anima vaghi ricordi di quei secoli oscuri in cui il mondo era nell'infanzia".
Cos'era la musica per il Signor Sherlock? Per rispettare gli insegnamenti del Grande Investigatore, conviene cercare la rispota partendo dall'analisi di quello che sappiamo per certo. In altre parole, dagli elementi canonici che legano Holmes alle sette note in un matrimonio, l'unico della sua vita, assolutamente perfetto. Per prima cosa, Watson riferisce che il detective di Baker Street "era un musicista appassionato, essendo egli stesso non solo un esecutore di gran talento, ma altresì un compositore di meriti non comuni" (La lega dei capelli rossi), molto portato all'improvvisazione (Il segno dei Quattro). Le sue doti di violinista, narra il Dottore nello Studio, "erano veramente notevoli, ma eccentriche come tutte le sue abilità. Che sapesse suonare a meraviglia pezzi difficilissimi, ne ero certo, poichè dietro mia richiesta aveva eseguito alcuni Lieder di Mendelssohn (probabilmente i Lieder ohne Worte, Canzoni senza parole, ndr) e altre musiche da me preferite. Tuttavia, lasciato a se stesso, raramente eseguiva musiche note o riconosciute. Per intere serate, appoggiato all'indietro sulla sua poltrona, se ne stava con gli occhi chiusi e pizzicava distrattamente le corde dello strumento che teneva sulle ginocchia. Talvolta i motivi erano tenui e melanconici, altre volte erano fantastici ed indiavolati". C'era forse da ribellarsi "quegli a solo esasparenti", puntualizza Watson. Se non fosse che, come per ricompensare l'amico, "Holmes li terminava eseguendo in rapida successione tutta una serie delle (sue) arie preferite".
Lo strumento di Holmes era uno preziossimo Stradivario, acquistato nella bottega di un ebreo a Tottenham Court Road, nel pieno centro di Londra, per soli 55 scellini (La Scatola di Cartone). Una scelta fortuita, ma non casuale. Perchè in Uno Studio in Rosso, mentre in carrozza corre verso Lauriston Gardens, il detective si produce in una analisi dei violini di Cremona e illustra la differenza fra uno Stradivario ed un Amati.
Peculiari le abitudini, come "la passione per la musica nelle ore più inconsuete" (Il poliziotto morente), o la pratica di passare "tutto il giorno disteso, circondato dal suo violino e dai suoi libri" (Il cerimoniale dei Musgrave), quella di "suonare saltuariamente il violino" nei momenti di riflessione sulla soluzione di una caso (La Seconda Macchia). "Per un'ora se ne stette a strimpellare il violino, cercando in tal modo di calmare la propria agitazione" insiste Watson ne "Il costruttore di Norwood". E un comportamento analogo viene registrato ne "I cinque semi di arancia". Non bisogna però lasciarsi ingannare da queste descrizioni e credere che Holmes ricorresse al suo strumento solo negli attimi bui o in quelli di maggiore tensione. "Avvicini la sua seggiola e mi dia il mio violino - dice a Watson a conclusione dell'avventura de Il nobile scapolo - poiché il problema che ci resta da risolvere è come meglio passare queste grige sere autunnali".
Musica in casa, quindi. Ma anche fuori, a Teatro, all'Opera, cominciando proprio da Uno studio in rosso: "Prima il pranzo e poi il concerto di Norman-Néruda (Wilhelmine Norman-Néruda, 1839-1911, celebre violinista austriaca). Le sue esecuzioni sono stupende. Qual è quel pezzo di Chopin che suona tanto bene? Tra-la-la-la-lira-lira-la" (potrebbe essere la Barcarolle in Fa maggiore, opera 60). Ne Il cerchio rosso, Holmes e Watson si recano al Teatro di Covent Garden, costruito nel 1858 come Royal Italian Opera House, per assistere all'esecuzione di una lavoro di Wagner. Ne Il cane dei Baskerville, Holmes chiede a Watson se ha mai sentito parlare dei fratelli De Reszke, coppia di cantanti lirici polacchi. E nella stessa avventura, l'investigatore ha un palco per vedere Gli Ugonotti di Giacomo Meyerbeer (1791-1864).
Nella Lega dei capelli rossi scopriamo qualcosa di più sui gusti del Maestro. "Vedo che il programma porta parecchia musica tedesca che, secondo me, è preferibile a quella francese ed italiana. È musica introspettiva, ed io ho un fortissimo bisogno di introspezione". Nella stessa avventura, Holmes e Watson si godono un concerto di Pablo Martìn Melitòn Sarasate y Navascùes, compositore e vilinista spagnolo (1844-1908) alla Saint James Hall di Piccadilly, edificio che oggi non esiste più. Racconta Watson: "se ne stette tutto il pomeriggio rapito in uno stato di totale felicità, muovendo lievemente le lunghe dita sottili a tempo con la musica, mentre la sua faccia, dolcemente sorridente, e gli occhi sognanti, erano del tutto diversi da quelli di Holmes il segugio, di Holmes l'impacabile, l'astuto, l'onnisciente investigatore". Tutto questo si concilia bene con l'hobby della musica medievale e con la passione per i motti polifonici del fiammingo Orlande de Lassus (1532-1594), su cui il detective ha scritto una monografia pubblicata in tiratura limitata (I progetti Bruce Partington)
Ne La scatola di cartone incontriamo Paganini, una scelta naturale per un violinista. E i capricci del compositore italiano sarebbero perfetti per aprire una serata di musica Holmesiana. Qualcuno dovrebbe farlo, prima o poi. E allora potrebbe riunire nel programma la Barcarolle di Chopin e quella di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (1776-1822) (La pietra di Mazarino), gli Ugonotti e i Lieder. Aggiungendo semmai i brani realmente eseguiti da Sarasate alla Saint James Hall nel 1897 (la sua Serenata andalusa; la Sonata in la maggiore per violino e pianoforte di Beethoven; la Suite n.1 di Goldmarck; la Danza delle Streghe di Bazzini") o da Norman-Néruda nella stessa sala e negli stessi anni (l'adagio in mi di Spohr; la mazurka in re di Wieniaski; il quintetto in la maggiore di Mozart; il Im rosengarten zu Worms di Raff; il trio in do minore, opera prima, n.3 di Beethoven).
Che serata sarebbe quella serata, tanto bella da richiederne una seconda. E, in questo caso, non si potrebbe che optare sull'Opera di Wagner a cui si fa riferimento ne Il cerchio rosso. Magari nell'esecuzione della bisnipote di Irene Adler, secondo Holmes "La Donna per eccellenza", mai dimenticata, pur essendo di "dubbia e discutibile memoria".
P.s. Fra i tanti dischi, cd e cassette di tema holmesiano salta alle orecchie Sherlock Holmes, colonna sonora originale della serie televisiva della Granada. Musiche composte da Patrick Gowers. Pubblicato nel 1987 dalla Varèse Sarabande Records, 13006 Saticoy Street, North, Hollywood, Californa 91605. Recentemente è stato pubblico un ottimo cd che raccoglie tutte le musiche dei più celebri film holmesiani: Sherlock Holmes, Classic Themes from 221b Baker Street, anche questo della Varèse Sarabande, datato 1996 (importato dalla tedesca Colosseumm bayernstrasse 100, 90471 Norimberga; contiene i motivi dei film della Universal, della Hammer, e di pellicole come Senza indizio, Vita privata di Sherlock Holmes e La soluzione sette per cento. Infine segnalo The adventures of the Great Mouse detective (Basil l'investigatopo nella versione italiana), la pellicola a cartoni della Disney, tanto per cambiare della Varèse Sarabande (1992)
Buon ascolto.