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Sotto il (di)segno della Disney

di Antonino Buttitta

Come promesso nel numero precedente questa volta parleremo delle storie e delle parodie a fumetti che vedono come protagonisti personaggi chiaramente ispirati a Holmes. La Disney è senz'altro la casa editrice che più deve al personaggio di Sherlock Holmes, essa, infatti, ha attinto più di una volta e a piene mani all'iconografia holmesiana e al "sacro canone".

Topolino & Pippo
Fin dalle prime apparizioni di Topolino e Pippo, sulle strisce quotidiane negli anni '30, si è andata delineando quella che poi sarebbe stata la principale occupazione del topo più famoso del mondo: l'investigazione. È proprio nella veste d'investigatori che troviamo i due personaggi disneyani nella storia "Topolino poliziotto e Pippo suo aiutante" (Tit. Orig. Mickey Mouse the Detective). Pubblicata negli USA come striscia quotidiana nel 1933 in Italia vede la luce il 15 Aprile del 1934, la storia è conosciuta anche con i seguenti titoli "Le straordinarie avventure di Topolino e Pippo poliziotti"; "Topolino e Pippo poliziotti"; "Pippo aiutante poliziotto" ed è stata ristampata innumerevoli volte nel corso degli anni. La trama e le matite sono di Floyd Gottfredson, la sceneggiatura è di Merril de Maris, le chine e il lettering di Ted Thwaites. Senza addentrarci nella trama della storia i riferimenti a Sherlock Holmes sono evidenti, sia la professione, che si accingono a svolgere Topolino e il suo aiutante, sia il corredo da detective di Pippo richiamano la figura del grande investigatore, è indubbio infatti l'influsso di Holmes su Gottfredson: il cappellino che indossano alternativamente Pippo e Topolino è un deerstalker e la pipa che fuma Pippo è una calabash. L'edizione originale della storia è in bianco e nero, le successive edizioni sono a colori, l'ottimo lavoro effettuato dallo staff di disegnatori ha fatto si che questa storia sia entrata di diritto tra le migliori pubblicate da Disney. Esiste un rifacimento tutto italiano di quest'avventura dal titolo "Paperino e le teste a zero". Pubblicata per la prima volta nel 1960 su "Topolino n. 259", porta la firma di Martina per la sceneggiatura e Giovan Battista Carpi per i disegni, pur rimanendo aderente alla trama originale Martina da un tocco personale alla storia, muta i protagonisti in Paperino e i nipotini, anziché Topolino e Pippo. Giovan Battista Carpi disegna le tavole in maniera superba, da vero "Maestro", e la sequenza delle vignette scorre limpida e veloce, il tratto è come sempre preciso e nitido e l'uso della prospettiva appare ben equilibrato. È da ricordare che nella sequenza d'apertura di questa storia i nipotini di Paperino stanno guardando, alla televisione, una puntata delle "Avventure di Sherlock Holmes". I punti di contatto tra Topolino e Holmes non si fermano certo qui, anzi è proprio da quel lontano 1933 che il nostro topo decide che quella del detective sarà la sua professione a tempo pieno. Nel 1936 vede la luce la storia "Topolino nella casa dei fantasmi" (Tit. Orig. "Mickey Mouse and the Seven Ghosts"), disegnata dall'ottimo Floyd Gottfredson vede aggiungersi a Topolino e Pippo anche Paperino, in una delle sue prime caratterizzazioni. La trama è semplice: i tre eroi decidono di aprire un'agenzia investigativa, sono dunque incaricati d'indagare su di una casa posseduta dai fantasmi. Colui che si avvicina di più alla parodia di Holmes, non è però Topolino, che si limita a svolgere con abilità la professione di detective, ma Pippo, che con un perfetto aplomb inglese non si lascia intimorire dagli spettri. Egli indossa ancora una volta il classico deerstalker e fuma con noncuranza una calabash. Più che l'immagine di un detective Pippo ci ricorda l'antitesi di Holmes, infatti, non c'è tra tutti i protagonisti dei fumetti personaggio più stralunato, folle, illogico, strampalato e imprevedibile di lui. Pur tuttavia fisicamente e colui che più si adatta ad una parodia holmesiana, cappellino e pipa sono per lui indispensabili accessori e una lente d'ingrandimento completa l'immagine del "perfetto" detective. Non a caso Pippo è stato il modello per il personaggio di Pippo-Holmes, uno degli innumerevoli avi da cui discende, protagonista di alcuni cartoni animati, di un francobollo e di numerose illustrazioni. Nel 1971, sulle pagine di "Almanacco di Topolino n. 175", Romano Scarpa disegna la storia "Pippo contro Pippo". È questa una delle più divertenti storie di Scarpa il quale si rifà chiaramente a Floyd Gottfredson nel disegnare Topolino e Pippo. Quest'ultimo, dopo avere visto un telefilm, è convinto di potersi immedesimare in qualunque personaggio, Holmes compreso. Armatosi d'immancabile deerstalker e mantellina indaga, per conto del commissario Basettoni, su di un ladro trasformista, e così in una sarabanda di guai, fughe ed inseguimenti, Pippo catturerà il colpevole. L'apoteosi della comicità "pippesca" è raggiunta nella vignetta in cui ammirandosi allo specchio Pippo esclama: "Guardami Topolino! Non sembro Sherlock Holmes in persona?". La spiegazione alla passione di Topolino, per l'investigazione, c'è data nella storia "Era Natale... Ricordi Topolino?", pubblicata nel 1989 su "Topolino n. 1727" ad opera di B. Concina per i testi e L. Gatto per i disegni. Durante un pranzo natalizio Topolino ricorda che tanti anni prima, quando era solo un piccolo topo, ricevette in dono un completo da detective, contenente ovviamente lente, mantellina, deerstalker e quanto altro. Superato lo smarrimento iniziale, per l'insolito regalo, il nostro piccolo eroe si appassionò sempre di più alle indagini finché non scoprì un vero ladro, quest'episodio influì su quella che sarebbe stata la sua professione. È da notare la presenza di una curiosa vignetta che ritrae, in primo piano, Topolino in abiti holmesiani, all'interno di un cerchio rosso su di uno sfondo giallo: che gli autori della storia abbiano voluto fare un omaggio a "Il giallo Mondadori"? Tale vignetta, infatti, ricorda le storiche copertine della ben più storica collana di libri polizieschi. In conclusione bisogna ricordare quanto a giustamente ha osservato Antonio Faeti: "Ma quante volte, nelle storie di Gottfredson, ho visto Mickey pensoso, che si tiene il mento con una mano e inarca le sopracciglia, con una smorfia molto tesa nella bocca tirata. Più Holmes di cosi...".

Daisy Holmes
È risaputo che in casa Disney gli antenati non mancano, infatti, quasi tutti i personaggi possono vantare almeno cinque o sei generazioni di avi. A confermare la regola è Paperina, che spulciando tra i diari delle antenate scopre quello di Daisy Holmes. La storia che la vede protagonista è "Daisy Holmes e lo studio in rosso", pubblicata nel 1995, su "Topolino n. 2068", grazie alla collaborazione di Claudia Salvatori per i testi e Stefano Intini per i disegni. La trama è alquanto affascinante, poiché s'ipotizza che nel 1869 l'antenata di Paperina si stata assunta come istitutrice di A. C. Doyle. Accettato l'incarico Daisy Holmes si trova a che fare con una vera peste che combina scherzi e guai a ruota libera. La nostra eroina però saprà come affascinare il piccolo Arthur, e saprà anche interessarlo alla chimica, alla boxe, allo studio del violino e all'investigazione. Diventato adulto Doyle farà tesoro delle nozioni imparate da piccolo e le applicherà scrupolosamente nella stesura del suo primo romanzo: "Uno studio in rosso". La storia di Salvatori e Intini ci rivela anche il perché del cognome Holmes adottato da Doyle per il suo investigatore: è un chiaro omaggio all'istitutrice Miss Holmes che tanto ha insegnato al piccolo Arthur. In ultimo, gli autori si divertono a riempire la loro storia di riferimenti al canone holmesiano, lo studio del padre di Doyle diventato rosso ad opera del figlio, che ha schizzato di sugo le pareti, il disegno degli omini danzanti appeso sul letto di Arthur, il mastino che tengono in giardino e il profilo di Holmes sulla prima pagina della storia.

Ser Lock
Un caso a parte, nel mondo disneyano, è costituito da Ser Lock, vera e propria parodia di Sherlock Holmes, del quale ricalca fedelmente sia la professione sia l'aspetto fisico. Esageratamente inglese, alto, magro e con un gran naso, Ser Lock, vive in quella che è essa stessa una parodia di Londra e del IXX° secolo. Di professione detective, veste con eleganza e raffinatezza, fuma la pipa e suona il violino, uno stradivario, naturalmente pratica la boxe e la scherma. Ser Lock divide il proprio appartamento con Topolino il quale è costretto, suo malgrado, a risolvere i guai in cui si caccia l'improbabile amico detective. Il compito di Topolino non si ferma certo qui, egli, infatti, spinge, con le proprie deduzioni, Ser Lock alla risoluzione degli innumerevoli casi che si trovano ad affrontare. Nemico giurato di Ser Lock è il Professor Nefarius, incarnazione stessa del male. Egli è docente della famigerata "Università del Crimine" e non perde occasione per mettere nel sacco il detective pasticcione, cosa per altro abbastanza semplice, finché non interviene Topolino ad aiutare l'amico. Le avventure di Ser Lock sono state pubblicate settimanalmente su "Topolino" dal 1978 al 1990 circa, disegnato e sceneggiato da vari autori resta una delle più divertenti parodie a fumetti del detective di Baker Street.

Basil l'investigatopo
Il simpatico roditore emulo di Sherlock Holmes, già protagonista dell'omonimo film, è presente in Italia con due sole avventure, contrariamente a quanto avviene in Francia dove è stato pubblicato un albo dal titolo "Basil detective privé" più una serie di storie. Nel 1987 il sempre bravo Giorgio Cavazzano disegna, su testi di Fran¸ ois Corteggiani, le storie "Basil l'investigatopo e il caso del Khorr-I-Door" (Tit. Orig. Basil detective privé: l'affaire Khorr-I-Door) e "Basil l'investigatopo e la maledizione dei cheeseburger" (Tit. Orig. Basil detective privé: la malédiction des cheeseburger ), entrambe pubblicate in Francia su "Journal de Mickey n. 1804 e n. 1820". Bisogna aspettare il 1998 per vedere queste due storie tradotte e pubblicate in Italia, sulle pagine de "I Maestri Disney n. 11". Si tratta di due capolavori in cui l'eclettico Cavazzano dà sfogo alla sua inarrestabile fantasia dipingendo una Londra ottocentesca affascinante e misteriosa, ammantata dalla nebbia più che mai. I personaggi sono reinterpretati in maniera personale da parte del disegnatore che conferisce loro una vastissima gamma d'espressioni mimiche e facciali. Di Basil bisogna ricordare la gustosa citazione che Cavazzano ci offre nella storia "Paperino in Il mondo perduto", pubblicata su "Le grandi parodie Disney n. 62" nel 1998. In tale riduzione a fumetti, del romanzo di A. C. Doyle, è presente una vignetta in cui Paperino incrocia casualmente, in una nebbiosa e buia strada di Londra, Basil e il Dottor Dawson.

Gli altri
Negli anni 70', sulle pagine di "Almanacco di Topolino" non è difficile imbattersi in uno strano personaggio a metà strada tra l'investigatore e l'agente segreto. Si tratta di Shamrock Bondes, immancabilmente dotato di deerstalker, mantellina a quadretti e pipa ricalca lo stereotipo dell'investigatore privato. Egli non è protagonista di storie autonome ma appare come coprotagonista in alcune avventure di Topolino. Un discorso particolare merita la storia "Zio Paperone e i segugi di Maskerville", pubblicato su "Duck Tales n. 3" nel 1995, non è, come potrebbe sembrare, una parodia del "Mastino dei Baskerville" bensì il pretesto per una breve storia in cui prendono parte un vecchio maniero e dei segugi addestrati. Tuttavia c'è un particolare inquietante in questa storia: il custode del maniero, divenuto in seguito direttore dell'Hotel Maskerville, si chiama Bates! Vi ricorda forse il nome del gestore di un motel ben più famoso?