Holmes e la musica
di Alberto Batisti
Sherlock Holmes e la musica, o la musica e Sherlock
Holmes : sono due frasi solo apparentemente interscambiabili. In realtà, ciò che
cercheremo di dimostrare oggi è che la storia della musica ha avuto un profondo
arricchimento proprio grazie all'opera di Sherlock Holmes.
Cominciamo dai dati che sono presenti nel Canone.
Il Dr Watson ci racconta che Sherlock Holmes, come d'altronde tutti sanno, suonava il
violino (STUD). Aveva una passione per
lo Stradivari, ma si cimentava anche in confronti molto sottili tra lo Stradivari e
l'Amati, lo strumento firmato dall'altro grande liutaio cremonese (STUD). Sappiamo che Holmes aveva delle
predilezioni musicali precise, in particolare per la musica tedesca (REDH) e per i Lieder di Mendelssohn (STUD) e che Holmes stesso si è dedicato
ad uno studio molto approfondito della polifonia del '500, producendo in particolare uno
studio sui mottetti polifonici di lasso (BRUC):
studio che avrà poi un'importanza fondamentale nelle ricerche successive, in particolare
quelle di H. Van der Borren, che è nel nostro secolo il principale seguace di Holmes, in
quanto il più importante studioso di Orlando di Lasso.
Questi sono i pochi ma fondamentali dati che hanno mosso una ricerca molto accurata, ma
soprattutto molto dispersa in giro per l'Europa.
A questo punto dobbiamo ricordare un antefatto, un antefatto che precede addirittura la
stessa nascita di Holmes. Si trayta di un avvenimento musicale del tutto privato svoltosi
a Dusseldorf nel 1853, che vede avviarsi la catena di eventi che ci porterà poi alla
dimostrazione di quanto il mondo musicale si sia arricchito per l'opera del grande
investigatore. Nel 1853 a Dusseldorf un gruppo di amici organizzò na sorpresa di
compleanno ad un altro amico. Erano tutti musicisti: il fatto si svolse in quella città
perché lì viveva Robert Schumann. Schumann riuniva intorno a sé, proprio a partire da
quell'anno 1853, alcune tra le personalità più importanti della nuova generazione che si
affacciava alla ribalta del mondo musicale tedesco sulla scia del suo insegnamento. Si
trattava di Johannes Brahms, che nel 1853 entrò in casa Shumann per rimanervi, salvo
brevi spostamenti, fino al 1856 (cioè l'anno della morte del compositore): Albert
Diietrich, che era allievo diretto di Shumann: e il violinista Joseph Joachim. I primi due
erano ancora degli sconosciuti: Brahms salirà alla ribalta dopo il celebre articolo
"eue Wege" (Nuove vie) che Shumann gli dedicherà nel 1854 sulla rivista Neue
Zeitschrift fur Musik, la più importante del mondo musicale tedesco (col quale articolo
Shumann presenterà al mondo "l'aquilotto" - così lo chiamava - Brahms).
Joseph Joachim invece era già riconosciuto come il più grande violinista della seconda
metà dell'800 (la prima essendo naturalmente appannaggio di Nccolò Paganini) all'epoca
già una celebrità, perché i virtuoso si fanno notare di solito ben prima dei
compositori (a parte Mozart). Joachim ricevette come regalo di compleanno dai suoi amici
Brahms, Shumann e Diietrich una sonata dal titolo assai misterioso, che venne
immediatamente spiegata in modo banale: il titolo era F.A.E. Secondo la nomenclatura
tedesca ed anglosassone F.A.E. rappresentano le tre note FA,LA,MI.
Lì per lì Joachim pensò che le tre note fossero il materiale musicale fondamentale su
cui erano costruiti tutti e quattro i movimenti della sonata ( in particolare Diietrich
aveva scritto l'allegro iniziale, Schumann il 2° e il 4° movimento, Brahms uno scherzo).
Questa spiegazione venne data per buona dai tre compositori. In realtà si trattava di
tutt'altro: una vera e propria provocazione alla figura di Joachim, ai suoi gusti e al suo
modo di vivere: modo di vivere che d'altra parte era condiviso da Shumann stesso, nelle
sue idealità più intime, e dagli altri compositori. Joachim rimase a lungo nel dubbio
circa il significato di quel titolo finchè, venuto a conoscenza della nascente fama di
Holmes (che inizia i suoi primi casi nel '73 col "Gloria Scott" e nel '76 si
trasferisce a Londra, in Montague Street avviando ufficialmente la sua professione), si
decise finalmente a rivolgersi al nostro eroe perché risolvesse il problema. Nel
frattempo tra Joachim e Brahms c'erano stati dei contrasti: Joachim s'era sposato e questo
aveva momentaneamente compromesso il rapporto di collaborazione artistica e di grande
amicizia tra i due. Joachim si rivolse ad Holmes per conoscere il significato di quelle
tre lettere, F,A,E, e Holmes che come sappiamo praticava per diletto il violino ma si
interessava alla musica non certo da dilettante, aveva ovviamente una venerazione per
Joachim, il più importante virtuoso di quell'epoca.
A questo punto dobbiamo fare un passo indietro e porci un importante quesito su cosa
amasse effettivamente suonare Sherlock Holmes: perché Watson, un po' sommariamente,
bisogna dire, parla di "Lieder di Mendelssohn": ma questo non ci dice più di
tanto. Infatti i Lieder di Mendelssohn suonati da Holmes potrebbero essere dei Lieder
Vocali, cioè dei veri e propri pezzi per voce e pianoforte, oppure delle cosidette
romanze senza parole, traduzione impropria in italiano dei Lieder ohne worte, canzoni
senza parole, celeberrime per tutto l'800 e cantate da tutte le signorine di buona
famiglia, naturalmente in trascrizione violinistica. Il problema si risolve proprio
sapendo che proprio Joseph Joachim aveva trascritto per violino non le romanze senza
parole ma proprio i Lieder vocali di Felix Mendelssohn-Bartoldi: possiamo quindi dare per
assodato che Sherlock Holmes aveva una confidenza musicale con Joachim attraverso le sue
trascrizioni ed elaborazioni per concerto dei Lieder di Mendelssohn.
Attraverso il carteggio rinvenuto nel baule, da me esaminato come consulente musicale
dell' Associazione, veniamo a sapere che quando Joachim scrive a Holmes a proposito della
F,A,E l'investigatore, entusiasta, si precipita in Germania, ad Amburgo per la precisione,
per cercare di risolvere il dilemma. Ma il fatto più importante e decisivo nella
risoluzione dell'enigma della sonata F,A,E. deriva dalla prosecuzione del viaggio in
Svizzera, che lo porterà poi a spingersi fini in Austria, dove riceverà dall'Imperatore
Francesco Giuseppe la medaglia esposta in vetrina per la soluzione di casi molto
importanti e di cui non v'è qui tempo di parlare: troviamo ancora nell'epistolario di
Brahms con la Baronessa Elisabeth Von Herzogenberg, che era la sua confidente, notizie
circa un incontro con Holmes sul Worther See a Porschach, vicino a Klagenfurt, dove Brahms
era uso passare le sue vacanze estive. Là Sherlock Holmes incontra nel 1879 il
compositore, oramai celebratissimo, per parlare del famoso problema della sonata F,A,E ed
offrire a Joachim l'omaggio di una soluzione. Attraverso lo studio diretto della figura di
Brahms, che era l'unico superstite dei tre autori della sonata, Holmes capì che si
trattava di una vera e propria provocazione privata.
La sonata F,A,E infatti era legata a un motto araldico che Holmes aveva scoperto,
mascherato appunto dall'uso delle note fa-la-mi, come soggetto di uno dei mottetti di
Orlando di Lasso, che erano stati oggetto dei suoi studi. Infatti queste tre note
corrispondevano alle iniziali della frase Frei Aber Einsam cioè Libero Ma Solo, il motto
personale di Joachim, mentre il motto adottato da Brahms era il rovescio delle lettere
F,A,E: Einsam Aber From cioè Solo Ma Felice. Si ribaltano quindi le due concezioni,
fronteggiandosi nell'ordine delle note che compongono la sonata F,A,E e rivelando in
qualche modo il contrasto finale dei due personaggi: uno che si sente libero sì, ma
profondamente solo, Joachim (e infatti il suo matrimonio diventerà il motivo dei
dissapori tra lui e Brahms) e l'altro che difende come un elemento di gioiosa indipendenza
il suo carattere solitario. Brahms bon si è mai sposato e somiglia per molti versi a
Holmes nella sua tenace difesa della sua condizione di single.
Molti indizi ci lasciano credere che l'incontro di Porschach, questo ridente villaggio
della Carinzia che portò poi alla riconciliazione tra Brahms e Joachim abbia indotto il
compositore a scrivere un pezzo in onore di Holmes, in segno di ringraziamento per la
riconciliazione. Confido che studi futuri ce ne daranno la prova, magari frugando negli
archivi della Baronessa Elisabeth Von Herzogenberg: probabilmente infatti dobbiamo a
questa visita la prima sonata per violino e pianoforte di Brahms opera 78. Vi spiego cosa
mi induce a crederlo.
La sonata presenta questo tema di apertura:
E in particolare le prime tre note, quel Re puntato e ribattuto, è bene che si sappia che deriva da una composizione scritta da Brahms nel 1873. Ma ancora di più: se noi andiamo a prendere il terzo
movimento della sonata e scopriamo che la vicinanza delle due
composizioni è ancora più palese: che è praticamente identico al tema della
composizione del 1873. Questa composizione del 1873 è per l'appunto un Lieder, il
RegenLied: La canzone della pioggia. Ora, tra le canzoni peferite da Holmes c'era appunto
il RegenLieder di Brahms, del quale è stato ritrovato nel baule scoperto a Firenze la
copia della prima edizione assoluta di Simrock. Questa canzone, il RegenLieder, divenne
sicuramente oggetto da parte di Sherlock Holmes durante l'incontro del lago Worther
perché Brahms, così come aveva fatto Joachim per i Lieder di Mendelsshon volesse
provvedere ad un arrangiamento per violino e pianoforte. Brahms rispose con qualcosa di
molto più importante di un semplice arrangiamento, e questa risposta fu la sonata per
violino e pianoforte in Sol Maggiore op. 78, tutta basata nei suoi tre movimenti sulla
Canzone della Pioggia del 1873.
Subito dopo l'incontro anche Joachim, una volta scoperto grazie a Holmes l'antico enigma
che si celava dietro al titolo della sonata a lui dedicata da Brahms, Dietrich e Shumann
si recò al Betrersee lì si incontrò con Brahms: il quale decise, nello stesso momento
in cui affrontava per Sherlock Holmes la sonata per violino e pianoforte op.78, di
dedicare a Joachim l'opera più importante da lui scritta per violino e quindi uno dei
massimi capolavori della letteratura concertistica e solistica per violino e orchestra: il
concerto in re maggiore per violino e orchestra op.77.
Queste due opere, la 77 e la 78, nate insieme sullo Worthersee da quel fatidico incontro
di riconciliazione, collegano idealmente Joseph Joachim, idolo di Sherlock Holmes per quel
che riguarda la capacità vistuosistica di esecuzione, e Joahannes Brahms, idolo di
Sherlcck Holmes per quanto riguarda la composizione. I due, una volta buoni amici, si
riconciliano dopo la lunga frattura proprio grazie all'intervento del nostro
investigatore, e alla sua squisita sensibilità per la musica tedesca. Sensibilità, si
noti, che egli ha trasmesso in qualche modo al mondo musicale inglese: e infatti proprio
grazie all'opera di apostolato di Holmes possiamo considerare gli ultimo decenni della
musica inglese dell'800 come nuovamente fecondati, rigenerati proprio da questo
ristabilito contatto con i cugini germanici, in particolare nella figura di Edward Elgar,
che dalla musica di Brahms certamente prende l'avvio per tutte le sue più importanti
composizioni. A proposito di questo autore sarà bene ricordare che le "Pomp and
Circumstancial Marchs" erano nate in realtà come "Triumphal Marchs" per
celebrare il successo di Holmes in alcune delle sue indagini più complesse, che avevano
sconvolto il pubblico londinese e con esso anche il grande compositore, allora giovane.
Elgar decise poi di cambiare il titolo, per ovvi motivi di timore di incomprensione
popolare per la grande ammirazione del musicista verso un detective.
Tutta questa storia, che è assolutamente vera, e che verrà prossimamente dedicata dagli
Analecta Musicologica tedeschi, vi viene questa sera presentata in anteprima, e stabilisce
finalmente un legame saldo, decisivo e probatissimo tra la figura di Sherlock Holmes e la
vita culturale del secondo 800: vita culturale di cui il grand einvestigatore divenne non
solo ispiratore ed artefice, ma anche riretto protagonista, grazie a questa scampagnata in
Carinzia che ci ha dato due grandi capolavori della storia della musica.