Mezzo miliardo
di Luca Martinelli
Che le avventure di Sherlock Holmes abbiano avuto,
fin dagli esordi, un grande successo di pubblico è un dato più che acquisito. Ma quelle
pubblicazioni quanto rendevano, in termini economici, alle tasche del buon dottor John H.
Watson, grande amico e biografo del segugio londinese? Difficile da dirsi. Watson non ne
fa il minimo accenno in nessuno dei racconti del Canone. Possiamo però azzardare
un'ipotesi. Considerato l'interesse degli editori e dei lettori, il nostro Watson doveva
incassare un delle sonanti sterline, ma probabilmente non tante da renderlo ricco. E
probabilmente, in vita, non aveva neppure mai pensato che sarebbe stato possibile
arricchirsi narrando le straordinarie vicende del suo amico. Ma dal mondo dei morti, se
sia possibile dare uno sguardo alle tante follie che si consumano sulla terra, la
buonanima del dottore deve avere avuto un moto di stupore nel vedere quanto è accaduto a
New York il 30 luglio scorso nel corso di un'asta di Christie's, dove un suo manoscritto
è stato battuto per la bellezza di 244.500 dollari, qualcosa meno di mezzo miliardo di
lire.
Se il povero Watson sarà sbiancato, pensando ai tanti soldi che non ha guadagnato, anche
noi abbiamo tremato. Mezzo miliardo è una cifra astronomica, considerato anche che il
manoscritto in questione è quello intitolato "The adventure of Charles Augustus
Milverton", non certo uno dei più riusciti e suggestivi del Canone. E tanto per
rendersi meglio conto di cosa voglia dire questa cifra in relazione al racconto facciamo
due conti.
Il manoscritto, firmato ovviamente con il nome dell'agente letterario di Watson, Arthur
Conan Doyle, si compone di 22 pagine scritte con inchiostro nero, conta una settantina di
correzioni compiute nel corso della stesura del racconto e una quindicina di annotazioni a
matita rossa aggiunte a stesura completata. Dunque, mezzo miliardo diviso 22 pagine fanno
la bellezza di circa 23 milioni a pagina. E ora, provate un po' a calcolare per le
migliaia di pagine che il buon dottore ha dedicato alle imprese del nostro Maestro e
tirate voi le conclusioni.
Il sottoscritto, se può interessarvi il suo parere personale, ha preferito soprassedere.
Ma di una cosa è certo, e cioè che essendo un povero mortale squattrinato come ce ne
sono tanti, per impossesarsi di un manoscritto del caro John H. Watson sarebbe disposto
disposto a qualsiasi follia, anche a sfidare la legge e i suoi tutori (Sherlock Holmes
compreso).
Permettetemi, dunque, due postille:
1) Se tra le vostre carte conservate anche solo un biglietto redatto di pugno dal nostro
caro dottore, compratevi una cassaforte.
2) se state pensando di fare un salto negli Stati Uniti per dare un'occhiata al prezioso
manoscritto di Milverton, rinunciateci. Lo straricco bibliofilo americano che lo ha
comprato non ha fornito a Christie's né il nome né il recapito. La transazione è
avvenuta in gran segreto con il tramite di avvocati che hanno agito attraverso degli
incaricati di fiducia e che, ovviamente, non hanno rivelato i loro nomi.