Home >>> The Strand Magazine >>> Strand giugno 2001 >>> The field bazaar
 

Notes from our Man on the Tor

di Philip Weller

Introduzione. Molti Holmesiani reputano che tra l'annuncio della "morte" di Sherlock Holmes sullo The Strand Magazine (la prima versione londinese, non l'eccellente edizione fiorentina d'oggidì) nel Dicembre 1893 e l'inizio del racconto di Watson sul caso Baskerville, nella stessa rivista dell'Agosto 1901, non ci siano state relazioni pubbliche sulle attività del detective. Altri Holmesiani invece pensano che ci siano state pubblicazioni di nuove informazioni su Holmes in quel periodo, anche se ci sono problemi per accettarle nel Canone Holmesiano, e per questa ragione esse sono relegate nei cosidetti Apocripha Holmesiani. Uno dei più importanti di questi casi apocrifi, importanti per il diretto contributo di ACD e per la presenza di Holmes in persona in esso, è la breve storia che segue. C'è anche una interessante connessione con l'Italia, come vedremo.

The Field Bazaar

di Arthur Conan Doyle

"Io lo farei senza esitazione," disse Sherlock Holmes.
Sobbalzai a quell'interruzione, visto che l'attenzione del mio compagno per tutta la durata della colazione era rimasta completamente concentrata sul giornale appoggiato sulla caffettiera. Poi lo guardai per trovare che i suoi occhi erano posati su di me con quell'espressione mezzo divertita e mezzo interrogativa che usualmente assumeva quando sentiva di aver segnato un punto sul piano intellettuale.
"Fare cosa?" chiesi.
Holmes sorrise mentre prendeva la babbuccia dalla mensola del caminetto e ne tirava fuori abbastanza tabacco da marinaio da riempire la vecchia pipa d'argilla con cui invariabilmente concludeva la colazione.
"Una tipica domanda delle sue, Watson," disse. "Sono certo che lei non si offenderà se dico che quel po' di fama di acutezza che forse possiedo è interamente dovuta allo sfondo che lei mi prepara. Mi pare di aver sentito di certe debuttanti che esigono piattezza dai loro accompagnatori. C'è una certa analogia. "
La nostra lunga convivenza nelle stanze di Baker Street ci aveva portato a quei termini franchi ed intimi con cui molto potevamo dirci senza offenderci. Eppure riconosco che quell'osservazione mi punse sul vivo.
"Sarò ottuso - dissi- ma confesso che non riesco a capire come siete riuscito a sapere che mi è stato... mi è stato..."
"Le è stato chiesto di collaborare alla Fiera di che si terrà all'Università di Edimburgo."
"Precisamente. La lettera mi è appena arrivata e ancora non glie ne avevo parlato."
"Nonostante ciò," disse Holmes, appoggiandosi allo schienale della sedia e congiungendo la punta delle dita, "mi spingerei a suggerire che lo scopo della fiera è raccogliere fondi per allargare il campo di cricket dell'Università ."
Lo guardai con una espressione così sbalordita che egli si lasciò scappare una risata silenziosa. "Il fatto è, mio caro Watson,che lei è un soggetto eccellente," disse."Lei non è mai blasé. Lei risponde istantaneamente ad ogni stimolo esterno. I suoi processi mentali potranno essere lenti ma non sono mai oscuri, e mi sono accorto durante la colazione che era più facile leggere lei che non i titoli di testa del Times di fronte a me."
"Sarei felice di sapere come è arrivato alle sue conclusioni " dissi.
"Temo che la mia disponibilità a dare spiegazioni abbia seriamente compromesso la mia reputazione." disse Holmes. "Ma in questo caso il corso del mio ragionamento si basa su fatti così ovvi che non me ne verrebbe alcun merito. Lei è entrato nel salotto con un'espressione pensosa, l'espressione di un uomo che sta riflettendo su qualche questione. In mano lei stringeva solo una lettera. Ora, l'altra notte lei si è ritirato di ottimo umore, così è chiaro che era quella lettera nelle sue mani ad aver causato in lei un tale cambiamento."
"Questo è ovvio."
"Tutto è ovvio dopo che è stato spiegato. Mi sono naturalmente chiesto cosa mai potesse contenere quella lettera da avere un tale effetto su di lei. Camminando lei teneva la busta col retro rivolto verso di me e ci ho visto impresso lo stesso emblema a forma di scudo che avevo notato sul suo vecchio cappello da cricket del college. Quindi era chiaro che la richiesta veniva dall'università di Edimburgo o da qualche club connesso con quella università. Quando ha raggiunto il tavolo ha appoggiato la lettera accanto al tavolo con l'indirizzo rivolto all'insù ed è andato a osservare la fotografia in cornice che è alla sinistra della mensola del caminetto."
Mi stupì notare l'accuratezza con cui aveva osservato i miei movimenti. "Che altro?" chiesi.
"Ho cominciato dando un'occhiata all'indirizzo e potei accertarmi, anche alla distanza di sei piedi, che si trattava di una comunicazione non ufficiale. L'ho stabilito dall'uso della parola "Dottore" sull'indirizzo, titolo al quale, in quanto Bachelor of Medicine, lei non ha diritto giuridico. Sapevo che gli impiegati dell'università sono pedanti nell'uso corretto dei titoli e così potei dire che la sua lettera non era ufficiale. Quando è tornato al tavolo lei ha girato la lettera e ho potuto che il foglio contenuto era uno stampato. Mi è balzata subito in mente l'idea di una fiera per autofinanziamento. Avevo soppesato anche la possibilità di una comunicazione politica ma mi sembrava improbabile nella attuale fase stagnante della vita politica.
"Quando lei è tornato al tavolo la sua faccia manteneva ancora quell'espressione ed era evidente che il suo esame della fotografia non aveva mutato il corso dei suoi pensieri. Perciò doveva essa stessa riguardare il soggetto in questione. Rivolsi allora la mia attenzione alla fotografia e vidi subito che ritraeva lei da membro degli Undici dell'Università di Edimburgo, con il campo di cricket e l'edificio sullo sfondo. La mia limitata esperienza a proposito di clubs di cricket mi ha insegnato che dopo le chiese e le insegne araldiche essi sono le cose verso cui si hanno più obblighi su questa terra. Quando, dopo che lei era tornato al tavolo l'ho vista prendere la matita e vergare delle linee sulla busta, mi sono convinto che stava cercando di immaginare una qualche miglioria da realizzare attraverso la Fiera. Il suo viso mostrava ancora una certa indecisione e così mi sono permesso di intervenire con il mio consiglio secondo il quale lei dovrebbe dare il suo contributo per una ragione così buona. "
Non potei non sorridere all'estrema semplicità della sua spiegazione.
"Ma certo, era facilissimo,"dissi.
La mia osservazione sembrò colpirlo.
"Potrei aggiungere," disse, "che il particolare contributo che vi hanno chiesto di dare è che voi scriviate un pezzo nel loro album e che lei ha già deciso in cuor suo che proprio questo episodio sarà il soggetto del suo articolo..."
"Ma come - !" esclamai.
"Facilissimo," disse, "e lascio la soluzione alla sua ingenuità. Nel frattempo" aggiunse, alzando il giornale, "mi scuserà se ritorno a questo interessantissimo articolo sugli alberi di Cremona e sulle esatte ragioni della loro preminenza nella fabbricazione dei violini. È uno di quei piccoli remoti problemi a cui a volte sono tentato di rivolgere la mia attenzione..."

Una Fiera Bizzarra
Commenti su 'The Field Bazaar'

di Philip Weller

Questo raccontino fu scritto per la rivista dell'Università di Edimburgo, The Student, e pubblicata in un numero speciale per la fiera della rivista il 20 Novembre 1896. In Inghilterra una Fiera è un modo facile per racimolare denaro rivolto a qualche speciale progetto benefico, in genere con delle bancarelle piazzate al coperto o fuori, che vendono prodotti fatti da volontari o oggetti donati per l'occasione, spesso con molti intrattenimenti e vendita di cibi e bevande. In questo caso si può pensare che la raccolta di fondi più importante sia stata fatta con un'asta all'aperto, a causa della parola "field" nel titolo, anche se la parola in effetti potrebbe riferirsi al fatto che i fondi raccolti servirono all'ampliamento del campo di cricket. Per l'occasione si organizzò una fiera in versione "letteraria" con studenti e laureati dell'università che fornivano articoli per un numero speciale della rivista The Student. Lo scopo era, oltre alle normali attività, raccogliere 2.000 sterline per costruire un padiglione ed ampliare il campo di cricket dell'università proprio come è scritto nella storia. La rivista introduceva il racconto come segue

Il Dr. A. Conan Doyle, un altro dei nostri laureati, ha contribuito con una storia originale del tipo "Sherlock Holmes". Noi tutti ricordiamo l'indignazione suscitata dalla morte del formidabile detective, pochi anni fa. Questa è la sola storia di Sherlock Holmes pubblicata da allora e dobbiamo fare i nostri più profondi ringraziamenti all'autore per la sua gentilezza nell'aiutare così noi e la Fiera.

La storia fu quindi evidentemente pubblicata mentre Holmes era creduto morto dal pubblico, ma questo pone un problema di datazione interna. In A Study in Scarlet Watson ci informa che: "In 1878 I took my degree of Doctor of Medicine at the University of London...", ed evidentemente ricevette questo titolo prima di incontrare Sherlock Holmes. In questa storia però Watson conosce già Holmes molto bene eppure Holmes dice : "...as a Bachelor of Medicine, you have no legal claim. to use the title of 'Doctor'."

In primo luogo occorre rendersi conto che non era necessario essere dottore per praticare la medicina in Inghilterra nei tempi vittoriani. Lo stesso ACD non era un Dottore durante i primi cinque in cui praticò la medicina e ottenne la sua laurea di dottore in medicina nel luglio 1885. Si doveva, comunque, ottenere certe certificazioni dall'Università o da organizzazioni professionali mediche, o, come si suggerisce in 'The Field Bazaar', ottenere il grado di Bachelor of Medicine. Si noti che ACD ebbe il grado di Bachelor of Medicine all'Università di Edinburgo e anche la qualifica di Master of Surgery, e anche Watson quasi certamente ottenne entrambe queste qualifiche. Si ricorderà che Mortimer, in The Hound of the Baskervilles, corregge Holmes quando viene chiamato da lui "Dr. James Mortimer". dice: "Mister, sir, Mister - a humble M.R.C.S." Mortimer era perciò un Membro della Royal Society dei Chirurghi, che contava come qualifica per praticare la chirurgia, anche se si doveva avere una analoga qualifica in medicina, che usualmente in Inghilterra era la Licenza della Società dei Farmacisti (L.S.A.). Malgrado tutto questo quelli che praticavano la medicina senza aver ottenuto la laurea di Dottore in Medicina erano comunque chiamati "dottore" dalla maggioranza dei loro pazienti ed è per questo che il Dr Watson continua a chiamare Mortimer il 'Dr. Mortimer'. Si noti che ci sono altri "Dottori" nel Canone che non sono in effetti Dottori, come l'uomo da cui Watson rilevò lo studio di Paddington in 'The Stock-broker's Clerk',che è citato come "Old Mr. Farquhar...'. Molti giovani "Dottori" come ACD ottenevano il titolo più basso per poter esercitare e guadagnare qualcosa e poi proseguivano gli studi mentre praticavano la medicina per ottenere appena possibile il titolo di Dottore: ma il modo in cui Farquhar è citato come "il Vecchio" indica che non era sempre così.

C'è in effetti una spiegazione possible del perchè Holmes dice che Watson non ha il titolo di utilizzare il grado di "Dottore" in 'The Field Bazaar', ma la spiegazione comporta una pignoleria simile a quella di Mortimer che insisteva a farsi chiamare "Mister" a meno che non si voglia dire che Watson semplifica la storia per far meglio capire ai lettori non medici e perchè Holmes aveva voglia di scherzare. Watson può aver ottenuto, come ACD, il titolo più basso all'Università di Edimburgo divenendo Bachelor of Medicine and Master of Surgery in quella università. Potrebbe non aver informato di aver in seguito ottenuto il titolo di Dottore in medicina presso l'Università di Londra, essendo così registrato ad Edimburgo solo come Bachelor of Medicine. Holmes perciò avrebbe potuto imitare la "vena di scaltro humour" di Watson citata in VALL suggerendo che, per quanto riguardava l'Università di Edimburgo, Watson non aveva il diritto di usare il titolo di Dottore. Potrebbe essere un accenno al fiero orgoglio scozzese che ritiene per fermo che un titolo inglese non conta niente in Scozia! ACD, quando praticava la medicina a Portsmouth, fu coinvolto nella ben più seria discussione se i dottori americani dovessero ottenere i titoli medici inglesi prima di poter esercitare la medicina in Inghilterra, per via del basso valore attribuito da alcuni (non ACD) ai titoli americani. Si deve notare comunque che l'editore de The Student riconobbe certamente ACD come Dottore visto che gli attribuisce questo titolo nell'introduzione della storia.

Si dice nell'Introduzione iniziale precedente che questa storia ha una connessione con l'Italia: si tratta naturalmente del paragrafo in cui Holmes studia un articolo sugli alberi di Cremona a proposito della preminenza di quegli alberi per la costruzione dei violini. Nel The Sign of Four, Watson scrive che Holmes: "...spoke on a quick succession of subjects - on miracle plays, on mediæval pottery, on Stradivarius violins...". Da questo tipo di commento sappiamo che Holmes si considerava un esperto a proposito di violini, con un certo fastidio di Watson che scrive in A Study in Scarlet che Holmes: "...prattled away about Cremona fiddles and the difference between a Stradivarius and an Amati." C'è qui un accenno di critica ironica nella parola 'prattle', che riflette lo scherzo cameratesco che vediamo in 'The Field Bazaar', e uno scherzare amichevole sull'argomento violino c'era stato fin dal primo inizio della loro relazione. Quando si incontrano per la prima volta e si confessano i rispettivi vizi ed Holmes dice "Do you include violin playing in your category of rows?" Watson replica: "It depends on the player... A well-played violin is a treat for the gods - a badly played one -", e Holmes subito rinterviene: "Oh, that's all right..." Watson forse può non aver concordato, poco tempo dopo quando dice che Holmes per canto suo "...seldom produce any music or attempt any recognized air." Poi va a dirci che: "Leaning back in his armchair of an evening, he would close his eyes and scrape carelessly at the fiddle which was thrown across his knee."! In 'The Cardboard Box', Watson scrive che: "We had a pleasant little meal together, during which Holmes would talk about nothing but violins, narrating with great exultation how he had purchased his own Stradivarius, which was worth at least five hundred guineas, at a Jew broker's in Tottenham Court Road for fifty-five shillings." 4 Per fortuna questo caso ebbe luogo sette anni circa dopo A Study in Scarlet, perciò probabilmente non era il prezioso Stradivari che Holmes tormentava strimpellandolo distrattamente sulle ginocchia!

Certamente poteva essere solo un italiano ad aver scritto con una autorevolezza che Holmes aveva avvertito su un soggetto come gli alberi di Cremona e la loro influenza sulla qualità dei violini italiani. È perciò compito degli Holmesiani italiani tentare di rintracciare l'articolo. Se tale compito si rivelasse impossibile data la sparizione dell'articolo originale forse noi possiamo proporre un'alternativa, un articolo sui riferimenti canonici ai violini italiani. Ci sono, dopo tutto, riferimenti al violino in un quarto dei 60 casi canonici e come abbiamo appena visto, un altro in uno dei casi Apocrifi. The game is still afoot!